JACO PISTORIUS

JACOPISTORIUS

Ciho pensato per un tot, accidenti, e sono giunto a una faticosaconclusione. Si rassegna anche Settoreh, il maratoneta etiope chec’è in me. Se umanamente non riesco a darmi pace per una serie diconsiderazioni e di atteggiamenti diffusi, debbo convenire, da atleta,che Pistorius è avvantaggiato dalle sue non-gambe, per quantogrottesca sia questa cosa. Nei secondi 200 metri della sua gara, laddovele gambe normali hanno un cedimento, le sue non-gambe sono andate anchetroppo forte. Il suo 46″90 è stato un ottimo tempo sui 400 metri,parlo di atleti normali, anche se non basterebbe per andare ai Mondiali.I quasi 25 secondi dei primi 200 metri sono decisamente troppi per unquattrocentista di livello assoluto, ma i 22 secondi e rotti dellaseconda parte di gara sono stati troppo pochi per uno che non ha legambe. Lo stesso tempo dell’americano che ha vinto le ultime Olimpiadi,per dire. E così Pistorius si è smascherato da solo, congrande onestà: ha dimostrato che quelle due cose al carbonio,quelle due specie di snocciolaolive che gli fanno da protesi durante legare, hanno delle caratteristiche tecniche che lo avvantaggiano rispettoa due normali polpacci, che in quella spaventosa gara che sono i 400metri di solito arrivano nel finale al limite delle propriepossibilità, e a volte si imballano, si contraggono per losforzo, diventano zavorre e sei costretto a finire suitalloni. Abili e disabili, purtroppo, dovranno rimanere categoriedistinte almeno nelle gare ufficiali. Si corre ad armi pari, questaè la legge dello sport. Una legge vilipesa ogni giorno daldoping, vabbè, ma una legge che non si può infrangerecosì vistosamente, in mondovisione, quando ti accorgi che quellosenza gambe va più forte di quelli che hanno le gambe, e allorac’è qualcosa che non va.

Se tutta questavicenda non si chiude con un’amarezza profonda il merito èproprio di Pistorius, che è un uomo sereno e ragionevole, oltreche detentore di due palle così. Quella di Roma è statauna gara vera, non una pagliacciata tipo Cipollini contro il cavallo.Pistorius è arrivato secondo nella batteria B dei 400 metri,correndo con due pezzi di carbonio al posto delle gambe. Quella diPistorius è stata comunque una prova di grande dignità euno straordinario spot per per lo sport dei disabili, che va seguito consconfinata ammirazione e che cresce tanto da poter mandare uno acompetere con quelli normali. Pistorius è un fenomenoperchè le gambe non le ha mai avute e ha deciso di rincorrere(è il caso di dirlo) un sogno su un terreno dove le gambe civogliono, eccome. Prima di vederlo correre ero turbato dal can-can chesi era scatenato attorno, dall’atteggiamento di chiusura che stavaaccompagnando il suo debutto, da quella subdola paura che arrivasse unosenza gambe a prendersi i riflettori e a regalarti magari una figura dimerda. Ora che l’ho visto correre, ho cambiato idea. Lui e gli altriotto non correvano allo stesso modo, con gli stessi mezzi, con la stessaprospettiva. La storia delle armi pari è spesso ridotta abarzelletta, certo, ma è un caposaldo essenziale. E non lomeriterrebbe nemmeno lui, Pistorius, di vedere chiudere un occhio, diaccettare una corsia preferenziale, di essere in qualche modo sopportatotra chi non vola sul carbonio. Il suo 46″90 è il segno del suocoraggio e del suo valore, che è altissimo. Se questa vicenda nonsi chiude con un’amarezza profonda è perchè Pistorius sirassegnerà ad essere il miglior disabile del mondo, e non unfenomeno metà uomo e metà carbonio costretto – comunque -a correre una corsa diversa, anche se nella stessa pista.

xXx

JACO PISTORIUSultima modifica: 2007-07-16T18:43:46+02:00da admin
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