QUARESMA

ADDIO TRIVELA

trivell.jpgDa tempo – direi da certi periodi recobiani – non ci capitava un caso di antropologia sportiva come quella di Quaresma, limitando il campo a giocatori importanti, pagati molto e molto pagati.  Chissà se davvero entro stasera lo spediscono in Inghilterra o nel natìo Portogallo in cambio di uno qualsiasi. Giocare in queste condizioni a San Siro è ormai impossibile. O hai i coglioni e la faccia di merda di qualcuno più attrezzato (penso a uno tipo Ibra) oppure basta, stop, non puoi. E’ una situazione crudele, per certi versi ingiustificabile: migliaia di interisti allo stadio pretenderebbero (giustamente) un qualcosa – qualunque cosa – da un giovanotto pagato a peso d’oro, e contemporaneamente gli impediscono di farlo.

Ieri, giocando 45 minuti, Quaresma è arrivato quattro volte al tiro, in gradazioni varie (buona occasione, ottima occasione, ecchecazzo questa la segnavo anch’io). La cosa, in sè, è notevole. Se poi ci tocca esaminare questi tiri, uno a uno, non puoi che concludere che la personalità di Ricardo è pesantemente disturbata dalle condizioni ambientali. Quaresma non coordina più il piede con il cervello. Ha tentato di fare una trivela in mezza rovesciata, facendo un campanile. Poi ha fatto un tiro di interno a uscire (un’iperbole tecnica) invece di una possibile trivela. Poi ha fatto un tiro dal limite talmente controllato (per centrare lo specchio della porta e poterlo raccontare in giro) che Sereni l’avrebbe potuto stoppare di petto. Infine, il capolavoro: dribbling, bel movimento ad accentrarsi, caricamento possente del destro, trivelona assurda diretta verso il fallo laterale colpendo involontariamente uno del Toro, angolo. Di fatto, la cosa più utile della sua partita.

Prestarlo ovunque e permettergli di resettarsi è un dovere umano, sportivo ed economico (uno così si svaluta più di una moneta sudamericana). E poi, forse, Quaresma dovrebbe anche liberarsi di alcuni retaggi del passato. Della trivela ormai è una vittima. Senza contare che Trivela, italianizzato in trivella, è un nomignolo ormai eccessivo. La trivella è un qualcosa impetuoso, inarrestabile, energico. Quaresma dovrebbe ricostruirsi ripartendo dal basso anche con soprannomi meno altisonanti, e movimenti tecnici meno complicati. Mi permetto di suggerirne alcuni.

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Cavatappi. E’ il fratello minore della trivella. Impresa meno impegnativa, ha un certo successo anche nelle occasioni conviviali, oltre che per stappare le difese più affollate.

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Paletta. Scava e avvita coma una trivella, ma molto meno. E quindi sembra l’ideale per poter riportare il gesto al suo giusto equilibrio. Peccato aver ceduto Ronaldo, el Secchiello.

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Schiacciacomedoni. Gesto banale ma di precisione chirurgica, dritto verso un obiettivo minimo ma non secondario, dona pulizia al volto della squadra e libera da certe impurità.

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Arricciaburro. Meno pericoloso della trivela, meno sfrontato del cucchiaio, l’arricciaburro è ideale per passaggi brevi ma precisi, con intenti artistici, tocchi da artista a filo d’erba.

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Levatorsolo. Rispetto all’arricciaburro è ideale per azioni ficcanti e dirette al centro, col preciso intento di bucare le difese avversarie. La Foppapedretti sarebbe interessata come sponsor tecnico.

QUARESMAultima modifica: 2009-02-02T12:28:00+01:00da admin
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