OGGI E’ IL 5 MAGGIO

NAPOLEONE A SANT’ELENA

SETTORE A SANTO DOMINGO

Cioè, non vorrete che adesso mi metta a parlare del 5 maggio, sette fottuti anni dopo che ho preso quel dannato treno per Roma? Ha ragione Mourinho: il 5 maggio interessa solo alla Juve e a Tuttosport, che invece di occuparsi di cose serie (i cori razzisti o la Juve che va a catafascio) ha fatto mezza pagina di intervista a Poborsky, il diavolo se lo porti.

Continuerei invece ad occuparmi della prostituzione intellettuale e della sommarietà della professione giornalistica. Breve riassunto delle puntate precedenti: domenica pomeriggio, in piena fregola ibrahimoviciana, l’Ansa batte un dispaccio

(anni, dico, anni che volevo scrivere “batte un dispaccio”)

in cui cita Settore4c eccetera eccetera e i commenti di quattro insigni lettori (che impressione leggerli in Ansa), Siobelo, Fortebraccio, Schifarteruft e Quintilia, sulla vicenda del “zitti e sucate” di Ibra. In effetti l’Ansa non poteva citarmi direttamente, perchè avevo postato solo la foto di Ibra zittente, niente testo. Quindi ha citato i commentatori. Occhei?

A questo punto l’Ansa entra direttamente nei monitor di tutti i giornalisti italiani e due testate – la Gazza e Controcampo – decidono di sfruttare tutto questo bendiddio. Controcampo confeziona un servizio a corredo del sondaggio serale, la Gazza ne fa un pezzo per il cartaceo di ieri, pagina 15.

Ora, potete immaginare quanto io sia stato contento di essere citato dalla Gazza, la mia cara vecchia Gazza, l’ex Bibbia oggi Gazzetty Fair, ma pur sempre quella teoria di fogli rosa che popola le giornate di noi maniaci. Ma il cronista, per dovere di sintesi, cosa fa? Mette in bocca al blogger (sarei io) il commento del commentatore (in questo caso, Siobelo) che peraltro, tagliato con l’accetta, non corrisponde più nemmeno tanto al pensiero dello stesso commentatore. Di sicuro non corrispondeva al mio, visto che nel post scritto l’altra sera (poco dopo la visita dell’Ansa, ahimè) ho sostenuto quasi l’esatto contrario. Ancora un copincolla e sarei diventato basso, biondo e juventino.

Quindi stanotte, al termine di una giornata tormentata, ho preso una decisione. Ho affittato un aereo privato e sono volato a Santo Domingo per una chiacchierata chiarificatrice con Siobelo. L’ho avvertito alla partenza, avvenuta ieri sera dall’aeroportino degli executive di Linate, durante un urugano, nell’esatto momento in cui la Rai trasmetteva la fiction su Mattei. Ho perciò volato con un mano sui coglioni e con l’altra sulla cloche (per risparmiare guidavo io) ma eccomi qui, a Santo Domingo. C’è il sole, temperatura di 29 gradi, una leggera brezza. Siobelo mi offre un Crodino al bar ristorante “Vecchia Domingo”.

Bel posto. Cosa ci fai qui?

Sono di Milano. Secondo te cosa ci faccio qui?

Beh, non puoi ridurre il tutto a un mero paragone tra Quarto Oggiaro e Santo Domingo. E’ come se io paragonassi Pavia alle Seychelles. Non ci sarebbe una ragione logica per cui io debba farmi divorare a vita dalle zanzare.

Senti, bello, vieni al dunque.

Sì, scusa. Ecco il dunque: come cazzo è che io, dopo anni passati a farmi il culo e a scrivere minchiate di pregio sul blog, la volta che finisco sulla Gazza mi vedo mettere in bocca una tua frase che manco condivido e con cui rimarrò negli archivi rosei di via Solferino?

E’ stata la prima cosa che ho pensato, in effetti. Ma tu guarda se questo qua deve andare sui giornali e addirittura nelle notizie Ansa non per ciò che scrive, ma per le minchiate che scrivono i suoi lettori.

Eh!

Ma poi dai, non fare il piangina, ormai sei l’Orietta Berti dei blogger: sei dappertutto.

Orietta Berti? Vabbe’, ti perdono. Senti, allora: cosa ci fai qua?

A Santo Domingo sono venuto sei anni fa per fotografare gnocche. Dovevo restarci solo 6 mesi e invece sono rimasto. Non fotografo più gnocche, ma perlomeno sono ancora ai Caraibi.

Ma tu sei fotografo?

Sì.

E a Milano non c’era più niente da fotografare?

A Milano fotografavo solamente tristezze, visto che lavoravo per l’Autorità Giudiziaria.

Minchia. E quindi?

Una volta che mi hanno proposto di lavorare in infradito, cosa avrei dovuto fare?

Infradito?

Infradito.

Senti, parliamo di Inter chè appena mi fanno il cherosene torno a casa.

L’Inter purtroppo è la mia malattia. Una malattia inguaribile che mi porto dietro da più di 40 anni.

A chi lo dici. Prima volta a San Siro?

Fu un disastro. Mi portò mio padre, avevo piu o meno 6 o 7 anni. Era un Inter-Juve e mi ruppi talmente i maroni che costrinsi mio papà a riportarmi a casa alla fine del primo del tempo.

Pazzesco.

Da quel momento i rapporti con mio padre non sono piu stati gli stessi.

Ci credo. E poi?

Sono convinto di essere stato punito severamente per quella cazzata: mio figlio minore è juventino.

Dio mio, è terribile.

Il destino a volte è veramente crudele. E proprio per questo sono dovuto scappare all’estero. Nessuno dei miei amici interisti mi ha mai perdonato il tragico errore di non essere stato capace di cambiare le attitudini delinquentesche di un ragazzino.

Dimmelo con cautela: e il figlio maggiore?

E’ il mio vero vanto, è interista sfegatato.

Uh, meno male. Senti, io andrei. Ho lo slot. Mando il post con il mio Asus e decollo. Cosa facciamo con il Chievo?

Non so. Tu cosa dici?

Mah, vediamo. Sai che giorno è oggi?

Figa, il 5 maggio.

Non dire altro. Se torni a Milano chiamami, ti offro una spuma sui Navigli.

Ma chi paga l’aereo?

Boh. Al noleggio ho detto “Paolo Viganò”.

Hasta la victoria.

Siempre. A proposito: siempre dritto?

Direzione est.

Vamos, come diceva Kit Carson. Ciao Siobè. (rumore di aereo che rulla)

 

infradito.jpg

 

OGGI E’ IL 5 MAGGIOultima modifica: 2009-05-05T10:50:00+02:00da admin
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