BALOTELLI

DARWIN

(DA SCIMMIA A EROE NEL GIRO DI MEZZ’ORA, O DI 22 ANNI)

I due Palloni d’Oro in pectore (almeno per 48 ore, e nell’eventualità che poi la Spagna ci pialli e rivendichi il Pallone d’Oro per uno dei suoi tremila profeti del ti-tic e ti-toc) sono due ex interisti, la qual cosa ci può rendere fieri o un po’ incazzati, a seconda dell’inclinazione caratteriale o della scuola di pensiero. In realtà, quella di Pirlo è una cosa doppiamente lontana. Lontana in senso temporale (lo avevamo comprato 14 anni fa dal Brescia, l’abbiame ceduto al Milan 11 anni fa) e lontana anche in senso concettuale: Pirlo, all’Inter, era tutt’altro giocatore, per ruolo e per rendimento. Non per prospettiva, che sembrava notevole. Ma dopo 22 presenze e zero gol non ci abbiamo creduto abbastanza e bòn, l’abbiamo dato via, stop, finita lì. C’è davvero poca Inter nel sangue di Pirlo, forse solo tracce, ormai diluitissime, o più probabilmente proprio nulla. Magari è il Milan a doversi mangiare i coglioni, non noi.

Per Supermario, invece, la ferita è ancora fresca. Storia recente, e pur sempre di ferita si tratta: per me Balotelli ha finito di essere interista la notte di Inter-Barcellona ed è stato giusto così, anche se era chiaro, direi quasi ovvio, che un giocatore del genere lo avremmo rimpianto, o quantomeno l’avremmo visto sbocciare altrove, con un’altra maglia, in un’altra città, e ci saremmo posti un po’ di domande. Supermario lo avevo giù rivalutato questa primavera: mentre noi leggevamo verbali di partite vendute e ascoltavamo il capitano della Nazionale fornire ampie giustificazione all’andazzo, Balotelli mi ha fatto improvvisamente una gran tenerezza. Meglio gentaglia che vende il culo e le partite, o meglio simpatici zuzzurelloni che incendiano la casa e tirano le freccette a quelli della Primavera? Ho ampiamente sposato la causa dei calciatori giovani, con un cervello piccolo così e una potente tensione alla figa e ai macchinoni, ma talentuosi. Supermario sarà uno stupido ma è un giocatorone e fa dei grandi gol e ha una faccia di tolla che il mondo gli deve invidiare, come quando diciottenne invitò CR7 (“alzati, merda”) a fare poche manfrine. Supermario sarà un coglione ma è il calcio. Il calcio ha bisogno di Supermari e non ci sono cazzi.

E così, dopo lunga attesa (non ha ancora 22 anni, ma è da cinque stagioni che gioca ai vertici), una notte d’estate la crisalide Mario è diventata farfalla. Nel giro di un mese il nostro simpatico cazzone ha vinto la Premier League e adesso è in finale degli Europei, finale che ha conquistato con una sua doppietta. Insomma, dopo tante prove di tutto e del contrario di tutto, Mario tornerà dalla Polonia e dall’Ucraina con un curriculum vero. Sdoganato, finalmente: non più un imbecille con i colpi del campione, ma un campione che si può permettere di fare un po’ l’imbecille. E adesso possiamo festeggiare con lui, e salire sul suo carro – ameno il suo -. Noi, noi interisti dico, e con noi tutti quelli che la pensano come noi: noi che gli abbiamo dato del pirla e del coglione, ma mai del negro di merda o del figlio di africani, come questi subumani qui, che magari stanotte hanno festeggiato a suon di canne e di birre l’uomo a cui tiravano le banane o auguravano di morire.

Non si tratta di fare del facile moralismo. La questione Balotelli è, nel suo piccolo, molto centrale rispetto a tematiche come il razzismo, l’ignoranza e la povertà intellettuale. Anche nelle precedenti quattro partite degli Europei, l’insulto al centravanti che sbaglia il gol o non tira in porta è stato, applicato a Balotelli, condito sempr con qualcos’altro. Il razzismo è proprio questo, è questo qualcos’altro che ogni tanto spunta. Beh, ogni tanto: spesso. Sbagliare un gol da Balotelli è diverso che sbagliare un gol da uomo bianco. Lo è, non ci sono cazzi, lo è ancora nell’Italia e nell’Europa del ventunesimo fottuto secolo. Mi fanno sganasciare quelli che in telecronaca dicono che “finalmente Mario ha sorriso”, eggià, vorrei vedere loro con tutta ‘sta pressione addosso, tutti questi falsi ammiccamenti, tutte queste pacche sulle spalle e poi, al primo tiro ciccato, il festival del negro di merda. Balotelli non sorride perchè non c’è niente da ridere. Stanotte, da Varsavia, con l’incornata di precisione e con la bomba squassarete ha ficcato milioni di banane in milioni di culi. E gli è scappato un sorriso. A chi non sarebbe scappato?

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BALOTELLIultima modifica: 2012-06-29T02:34:00+02:00da admin
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