SIMONE FARINA

DAGLI SOLO UN MINUTO

Quando ho letto due o tre giorni fa la storia del terzino del Gubbio che aveva rifiutato 200mila euro per combinare una partita, mi è scattato un automatico e sincerissimo moto di ammirazione ma mi è anche apparsa Manuela Arcuri, una specie di cartonato che mi ammoniva a non lasciarmi andare troppo con la fantasia. Tutti ricorderanno che l’Arcuri qualche mese fa, e per qualche ora, era diventata il simbolo dell’emancipazione universale femminile, con milioni di “mi piace” su Facebook e articolesse sui giornali e sproloqui in tv. Poi una lettura più approfondita delle intercettazioni chiarirono che il suo “a Berlusconi non gliela do” era da leggersi in un meno poetico “non gliela do senza avere qualcosa in cambio”. Quindi ho aspettato 48 ore prima di certificare la mia ammirazione per un calciatore – la categoria, qui, è fondamentale – al quale offrono in nero l’equivalente dello stipendio di due anni e qualche mese e dice no.

Così la notizia che Prandelli chiamerà in Nazionale Farina per premiare la sua onestà mi è sembrata subito una cosa bellissima. Perchè è vero che il comportamento di Farina è da considerarsi normale – normale è scegliere la via lecita invece di quella illecita -, ma che un calciatore rinunci a dei soldi mi appare quasi una cosa apocalittica, e che uno sportivo si dimostri tale fino in fondo è comunque un  bell’esempio di comportamento e di filosofia di vita. Per fortuna Prandelli, quando migliaia di persone – me compreso – avevano un pochino equivocato presi da questo conato d’entusiasmo, si è affrettato a precisare che non si tratta di una convocazione tecnica e che Farina si limiterà a partecipare al raduno di fine febbraio. E’ convocato nel senso che si presenterà. Non è convocato nel senso che giocherà.

Ecco: non facciamo però che la cosa si limiti a due foto, una stretta di mano, un’intervista e veloce ritorno a Gubbio. Perché allora ‘ste quattro cosette le possiamo fare anche adesso, senza aspettare febbraio. Ma perchè invece non facciamo la cosa che pensavamo di avere capito? Perché non ci inventiamo, per una volta, una storia ancora più bella, un premio addirittura esagerato ma dannatamente romantico? Una di quelle cose che un ragazzino sogna per una vita, e che a un qualsiasi uomo di calcio farebbe scendere una lacrimuccia?

Perchè non lo facciamo giocare?

Un minuto. All’89mo fuori Balzaretti e dentro Farina, biondo pure lui. E’ un’amichevole, no? Sarebbe fuori luogo pretenderlo per una partita ufficiale, con i tre punti in palio, magari importanti, magari decisivi. Ma in un’amichevole con gli Stati Uniti, perchè non farlo?

Vabbe’, qualcuno potrebbe trovarlo un po’ demagogico, magari un po’ eccessivo. Massì, vero. Ma perchè no? Perchè non approfittarne per insegnare ai ragazzi che giocare a pallone non è (solo) avere come obiettivo la Maserati e la velina, ma è (anche) essere un Farina qualunque, un ragazzo privilegiato dal solo fatto di avere 29 anni ed essere ancora nel giro, avere una squadra e un bello stipendio?

Il gesto di Farina è normale, Farina non è stato un eroe nè deve diventarlo. Farina al prossimo calciomercato non lo cercherà nessuno, perchè ad aprile compie 30 anni e gioca nel Gubbio, non è mica Gareth Bale. A Farina non dobbiamo dare la medaglia d’argento al valor civile, la Stella d’oro del Coni o l’Ambrogino di Gubbio. A Farina, onesto calciatore, però potremmo far giocare un minuto in Nazionale, oltre i suoi sogni, oltre anche i nostri. Giusto per ricordarci che a pallone si gioca cercando di fare gol nell’altra porta e chi si vende una partita è un bel pezzo di merda. Doni è andato ai Mondiali, perché Farina non può giocare un minuto con la maglia di Doni? Non è una bella occasione per dire no ai Doni e sì ai Farina?

farina_620x410.jpg

SIMONE FARINAultima modifica: 2011-12-24T03:02:29+01:00da admin
Reposta per primo quest’articolo