RAZZISMO ALLO STADIO

UNA BELLA LOTTA

Andiamo subito al dunque: è più fastidiosamente inaccettabile l’ultimatum della curva dell’Inter (“facciamo chiudere tutti gli stadi”, scritto in un comunicato con troppe maiuscole e orme di anfibi) o più dannatamente stupida la norma sulla discriminazione territoriale? E’ una bella lotta. Stamattina, alla lettura dei giornali, mi è venuto in soccorso nientemeno che Platini, che in sintesi ha detto: “Noi all’Uefa siamo intervenuti sulla discriminazione, punto. Il concetto di discriminazione territoriale lo apprendo qui in Italia e non so cosa sia”.

Siamo in Italia, e per una volta dicendolo non si scade nella banalità. Siamo in Italia, sì. Solo in Italia una federazione che per decenni ha sostanzialmente lasciato fare qualsiasi cosa agli ultras – lo stadio e l’antistadio come zona franca, una bruttura da quinto mondo – poteva non solo accogliere in toto i dettami Uefa in tema di razzismo, ma addirittura estenderli a un concetto vago e che col razzismo (quello vero, che è una cosa orrenda) forse è solo lontano parente. Solo in Italia, poi, le curve – intese come le tifoserie organizzate e i loro caporioni – non si pongono minimamente il problema che prima o poi qualcuno le inviti (o le costringa) a rispettare qualche legge ogni tanto, mica sempre (anche qui, quinto mondo, intinto nella propensione a delinquere).

Di norme e decisioni cervellotiche ognuno di noi potrebbe portare esempi a non finire. Solo che nel caso degli stadi i percorsi causa-effetto sono molto bizzarri. Per dire: se davanti a casa mia le strisce dei parcheggi improvvisamente cambiassero da bianche a blu, e io continuassi a parcheggiare come cazzo mi pare, tutti i giorni prenderei una multa e chiunque potrebbe dirmi: ok, i vigili saranno stronzi, il Comune farà anche schifo, ma tu sei un pirla e quindi cazzi tuoi. Nel calcio, invece, chi parcheggia come cazzo gli pare non viene quasi mai punito e in più le multe sono addebitate al condominio, e in alcuni casi addirittura a tutti i singoli condòmini.

Per cui, cara Federcalcio, la norma sulla discriminazione territoriale porta in sè due simpatiche incongruenze (eufemismo). La prima: è una norma ridicola, da un lato di una vaghezza sconcertante e dall’altro di una durezza senza senso, perchè rischia di far pagare pesantemente e ingiustamente anche chi – società e pubblico “normale” (condominio e condòmini) – non c’entra nulla. Dall’altra – per carità, nel solco di una rubuttante tradizione ultradecennale – dà alle curve ancora più potere, quello di tenere per i coglioni la società e far chiudere gli stadi con una facilità illimitata (basta dire che si sente puzza di pesce o che c’avete solo la nebbia, o no?).

La discriminazione territoriale sta al razzismo come come la fionda sta a un bazooka. La discriminazione territoriale – nei dovuti modi, si intende, e nel rispetto dei codici – è il sale che c’è in ogni sfida in cui ci sia un campanile di mezzo, e in Italia ce ne sono quasi novemila (di campanili). Che facciamo? Squalifichiamo una domenica sì e l’altra pure il Pisa e il Livorno, il Brescia e l’Atalanta, il Vigevano e il Novara, il Voghera e il Pavia (seguono altri centodiecimila esempi)? In occasione di una partita di basket di Legadue tra Pavia e Cremona, la tribunetta pavese espose uno striscione meraviglioso “Servi della Coldiretti” con un’enorme mucca e una merda fumante sui cui era piantato un cartello con la sigla CR. Discriminazione territoriale o premio Pulitzer? Io ho riso mezz’ora e mi sono goduto la partita. Discriminazione territoriale? Ma ce ne fossero!

Pare che la settimana prossima, prima che si torni a giocare in campionato, questa norma sarà variata o cancellata. Sarebbe il minimo. Per la logica, eh?, mica per il ricatto delle curve. Le curve possono e devono essere punite singolarmente (squalificandole se infrangono la legge) e senza chiudere l’intero stadio, perchè la multa deve pagarla chi parcheggia male davanti a casa, non tutto il suo condominio. Le frange violente delle curve vanno isolate chirurgicamente, non con delle norme naif che fanno ridere mezza Europa. Quando mi dicono che la metà di quelli che hanno menato a San Siro il pirla della Juve avevano precedenti per reati da stadio, cosa volete che pensi uno come me (un tifosotto normale) della Federcalcio, delle forze dell’ordine, delle curve stesse e della discriminazione territoriale?

razzismo, discriminazione territoriale