AGONISMO PODISTICO

KILLER INSTINCT

podismo.jpgCi sono grosse novità per il podista pav-etiope Settoreh. Ha corso due gare in due domeniche consecutive e per due volte ha chiuso in crescendo. Quella di chiudere in crescendo era una chimera per il buon Settoreh, che dall’inizio della sua avventura agonistica nel dorato mondo del podismo (quattro anni fa) era conosciuto per la sua tattica detta “del fieno in cascina”. La tattica “del fieno in cascina” è molto basic: consiste nel partire alla cazzo, mettere fieno in cascina e nel finire alla cazzo, ma tristemente in calando, faticando non solo a mettere ulteriore fieno in cascina, ma anche solo a sollevare il forcone. Ma questo è il vecchio Settoreh. Da otto giorni – pur sovrappeso e sempre orgogliosamente fuzzy – è nato il nuovo Settoreh: quello che chiude in crescendo.

Domenica scorsa, alla mezza maratona di Vigevano, corsa tutta sotto la pioggia in un’ambientazione (di merda) tipicamente pado-siberiana, Settoreh prendeva con se stesso un impegno: basta correre alla cazzo di cane, sì a una corsa un attimo più cerebrale. Proviamo – si imponeva Settoreh mentre aspettava il via già mezzo bagnato – a fare la seconda metà come la prima. Proviamo, vivaddio, a tenere una media, a darci un contegno. L’obiettivo: stare comodamente sotto i 5 al chilometro, giusto per allenarsi per la maratona. Obiettivo raggiunto: 4′ 54″. Ma con la sorpresa: il finale in crescendo. Verso il diciassettesimo chilometro, dopo averlo più volte superato e averne più volte subito la rimonta, Settoreh rivolgeva lo sguardo al podista con cui stava facendo l’elastico da un po’, il figlio naturale di Hulk Hogan, un tipo improbabile con i capelli lunghi e schiariti e un pizzetto tinto di biondo. “Alùra, cosa facciamo?”, dice Hulk jr., e Settoreh ribatte: “Senti, io voglio stare sotto l’1h 45′, magari l’1h 44′, secondo te ce la facciamo?”. E lui: “Ce la dobbiamo fare, uomo”. Al che è partito, si è dato il cambio con Settoreh fino a sprintare all’ultimo chilometro come due ossessi, chiudendo a 1′ 43′ 41′. Tempo normale ma obiettivi raggiunti: la secondo metà come la prima e – sorpresa – finale in crescendo.

Venerdì mattina, l’altroieri, Settoreh ha fatto un allenamentino da 3 ore e rotti, per 31 km. e rotti, e poi se n’è andato tutto rotto a lavorare. Quindi sulla gara di stamattina (11 km.) non riponeva alcuna ambizione se non quella di tenere una media più bassa di quella della mezza. Ma arrivato a destinazione, ecco il colpo di scena. Un tizio gli farfuglia una roba in dialetto. Dai sottotitoli, Settoreh capisce che il percorso è impraticabile per il fango ed è stato quindi ridotto a 6,5 chilometri. Ora, è noto nell’ambiente podistico padano che più breve è la gara e peggio rende Settoreh, uomo dalle basse capacità e dalle lunghe distanze. E quindi Settoreh, conscio di questa ineluttabile considerazione, si avvia ai nastri di partenza (dove peraltro non c’erano nastri) ripassando mentalmente l’obiettivo: proviamo ad arrivare vivi e possibilmente sotto i 4′ 45″, giusto per dare un senso alla mattinata e smaltire i 31 km. e rotti di due giorni prima.

Il giudice dà il via. Settoreh (i podisti saranno un centinaio scarso) parte all’ultimo posto  in onore di uno dei suoi idoli, Mariano Scartezzini. Per duecento metri resta ultimissimo, poi comincia a rimontare donne, anziani e qualche giovane. Dopo due chilometri il Garmin gli rivela che sta correndo a 4′ 40″. Poi si entra in un boschetto, c’è lo sterrato, fango, pozzanghere, e Settoreh perde il ritmo e la poesia. Il terzo chilometro lo fa in 4′ 50″ e si sta rompendo i coglioni di sporcarsi le sue scarpette nuove (comprate in proiezione Padova) quando ritorna l’asfalto.

E qui succedono delle cose.

Durante il quarto chilometro arriva dalle retrovie la Signora Omicidi. E’ un tipetto alto così, del peso di circa 40 chili e con i capelli grigi. Ansima ritmicamente. Cerca di superare Settoreh. Non ce la fa. I due, da lì in poi, correranno affiancati superando qualche altro podista attempato e qualcuno più nel fiore degli anni. La coppia Settoreh-Signora Omicidi procede a meraviglia, fianco a fianco. Sembrano non dico fidanzati, ma alleati. Superano il cartello del quinto chilometro.

E qui succedono altre cose.

Settoreh, in trance agonistica, allunga e stacca la Signora Omicidi, che esala un rantolo (ma vincerà la gara delle donne). Settoreh punta verso il traguardo e nota che una coppia di podisti coetanei – che prima vedeva col binocolo – è ancora avanti di una cinquantina di metri. I due (che regolarmente battono Settoreh sul breve) si girano preoccupati, parlottano.

Hanno paura.

Settoreh, al cartello del sesto chilometro, ce li ha ormai a pochi passi. E’ irriconoscibile. Il podista naif per eccellenza sente lo sfriccichio del killer instinct. Li raggiunge. Un breve scambio di convenevoli (“Ueilà”, “Ciao”) e Settoreh supera il primo, che inutilmente cerca di tenere il passo e si arrende all’evidenza. L’altro si mette a sprintare come un indemoniato, neanche gli avessero offerto la vulva della Hunziker come premio di categoria. Settoreh lo lascia andare, ma comunque accelera e chiude senza fiato. In crescendo. Anzi no, in netto crescendo.

Ripresa conoscenza, Settoreh guarda il Garmin che gli dice che la media gara è stata di 4′ 35″ e poi va al ristoro dove due signore non più mestruate gli offrono del tè da due pentoloni. Una gli versa il tè a temperatura ebollizione nel bicchierino e lo invita ad andare dalla collega:

“Vada lì che glielo allunga”.

Settoreh guarda atterrito le due anziane, ma la seconda si affretta a spiegare: “Le metto del tè freddo nel suo tè bollente così lo può bere”. E Settoreh così ha fatto, sentendosi terribilmente vivo.

AGONISMO PODISTICOultima modifica: 2009-04-05T15:03:00+02:00da admin
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