SECTOR ON TV

TRUCCO & PARRUCCO

Prima puntata assoluta di un programma tv, in uno studio nuovo, e per giunta in diretta. Ce ne sarebbe d’avanzo per cagarsi addosso, ma temprato da maratone e mezze maratone il buon Mariano Settorini potrebbe ormai fare qualsiasi cosa e si reca con sprezzo del pericolo a Cologno Monzese, grazioso sobborgo di Milano noto per ospitare gli studi televisivi di un noto pregiudicato padrone di una odiosa squadra di pallone. Ma io non vado da lui, vado  in altri studios, dove mi attende Inter Channel per la premiere del suo talk show nerazzurro.

Il navigatore mi conduce in un viale tipo Beverly Hills dove tra una ditta di giunti cardanici e un capannone di rifiuti atomici non fatico a riconoscere gli studios. Alla reception mi qualifico come ospite d’onore della trasmissione, al che il portinaio mi guarda con compatimento e mi indica, a grandi linee, dove devo andare. Raggiungo uno stanzone dove ci sono bambini di scuole calcio e adulti di Inter club e dove firmo le prime diciassette liberatorie, dopo le quali mi fanno accedere al backstage.

La struttura è assai seria e molto professional. Stanze, stanzini, camerini. Cerco un volto amico e finalmente vedo in un angolo una statua di cera raffigurante Roberto Monzani. “Minchia – mi dico – il ragazzo sta facendo carriera. Addirittura Madame Tussauds, porca troia, guarda com’è veritiero”. La statua di cera invero inizia a muoversi verso di me e mi accorgo che è davvero Roberto Monzani, vivo. “Che cazzo c’hai sulla faccia fratello?”, gli dico sbigottito. Al che lui mi rivela di essere appena uscito dal trucco e parrucco. Nel dirlo sbatte le ciglia e vengo leggermente sbilanciato dallo spostamento d’aria. “Poi tocca a te”, mi dice indicandomi il camerino dove il truccatore si sta occupando di Sara, la ragazza del computer con trespolo annesso.

Deglutisco.

Non posso farmi conciare come Monzani, mi dico. Guardo l’orologio, mancano quaranta minuti al via e tecnicamente c’è tutto il tempo perchè anch’io venga trasformato in una statua di cera. Prendo tempo con alcune scuse puerili. Finisco volentieri tra le grinfie di una gentile signorina che mi fa firmare altre quindici liberatorie, con le quali cedo i diritti di immagine e i principali diritti civili alla società di produzione. 35 minuti. In quel momento arriva Nick Rhodes, il tastierista dei Duran Duran, e mi dice: “Dai Roby, andiamo a visitare lo studio”.

interchannel, inter

Sono emozionato. Poi lo guardo meglio: è Monzani.

Vabbe’, andiamo. Lo studio è very very professional, con tribunette per il pubblico e una scenografia clamorosamente nerazzurra. Mancano 25 minuti e inizia il fermento. Nessuno si occupa più di me. Forse riesco a svicolare il trucco e parrucco. In ogni caso ho individuato un bagno in cui barricarmi per uscirne solo quando mi devono microfonare. Arriva anche Benoit Cauet, mi genufletto e mi faccio fare la foto di rito. Quando manca circa un quarto d’ora, l’altro ospite (non faccio nomi per evidenti motivi di privacy) va da Monzani e gli dice:

“Senti, faccio tempo a farmi una pippatina?”

“Sì”, risponde Monzani sbiancando in volto (almeno, credo sia sbiancato sotto quei due centimetri di cerone). Poi mi guarda in preda al panico e, prefigurandosi una sedia vuota alla prima puntata in diretta del nuovo talk show, mi chiede:

“Secondo te, intendeva dire che si fuma una sigaretta no? Dimmi di sì”

“Sì”, gli faccio io. In effetti troveremo l’ospite tre minuti dopo perfettamente ludico e con le pupille non dilatate. E’ ora di cominciare. Ci chiamano in studio. Trucco & parrucco, sai chi ti saluta? Tre due uno via! Per due ore comanda Scarpini, egregiamente, come se di mestiere facesse da vent’anni il conduttore di talk show. Mi rivolge domande a sorpresa e io, sorpreso da me stesso, rispondo a tono. Due ore molto divertenti.

Alla fine applausi e strette di mano, in amicizia. Finchè a un certo punto arriva uno che mi fa:

“Settore, l’avesse saputo mia moglie che c’eri tu. Settore, Settore! Non può fare a meno di te, se non ci sei si preoccupa, è pazza di te!”

Al che io chiedo a Monzani di fare a testimone e assumo un tone conciliante:

“Guarda, Imbersago, non è come pensi. Posso spiegare tutto. Non è mai successo niente e…”

“Ma no dai, parlavo in senso blogghistico”

“Ah, ecco”

dico mentre Monzani mi sorregge tipo Dorando Pietri alla maratona di Londra. Al che cominciamo a farci e scambiarci foto da mandare alla Giusy.

“Ciao Imbersago, alla prossima, e salutami la Giusy”.

“Ehi, come fai a sapere che si chiama Giusy?”

“Ma no dai, gliel’hai detto prima” interviene Nick Rhodes sorreggendomi di nuovo da un secondo svenimento tipo damina tisica. Cazzo, la vita di noi vip è troppo piena di imprevisti.

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