LONDRA DAY #15

SIAMO TUTTI TAEKWONDESI

Non riuscirei a seguire il taekwondo per più di due giorni consecutivi nell’arco di quattro anni, ma così è accaduto e ne sono soddisfatto. Oggi ho imparato un sacco di cose del taekwondo. Intanto, che ha 50 milioni di praticanti nel mondo: ero convinto che fosse un’incrostazione dell’Olimpiade di Seul, e invece ha un suo bel perchè. Poi, un’altra cosa bella: ha distribuito le sue 32 medaglie (8 ori, 8 argenti e 16 bronzi) a 21 Paesi diversi, ed è il record di democraticità dei Giochi olimpici (il nuoto, per dire, sport universale, ha distribuito 96 medaglie, il triplo, tra soli 17 Paesi). Non è il giardinetto della Corea del Sud, di cui è sport nazionale, ma è un fenomeno mondiale. Anzi, la Corea del Sud ha preso tante medaglie quante noi, due. E stanotte abbiamo assistito alla prima medaglia  assoluta dal 1896 a oggi di un atleta del Gabon. E nel medagliere del taekwondo ci sono anche Afghanistan, Taipei, Colombia, Thailandia. Insomma, questo taekwondo al di là delle apparenze è uno sport con i controcazzi.

No, perchè le apparenze sono quel che sono. Stanotte con Molfetta ci siamo divertiti, ma qualcuno ieri ha visto i match di Sarmiento? In quello del pomeriggio a un certo punto l’arbitro, disperato, ha detto: “Cazzo, dai, fate qualcosa!”

Ma torniamo alla sostanza. Etimologicamente, il termine taekwondo si compone di tre ideogrammi: tae (calciare in volo), kwon (colpire con il pugno) e do (saltellare a cazzo per delle mezzore). L’atleta per fare punti deve colpire l’avversario sulla corazza con tecniche di calcio o di pugno (1 punto o 2 se in rotazione) oppure in testa (compreso il collo) con sole tecniche di calcio (3 punti o 4 se in rotazione). Vigono un migliaio di divieti, tra cui: approfittare della gamba alzata dell’avversario per dargli un calcione nelle palle e chiedere l’interruzione temporanea dell’incontro per motivi futili. Alle Olimpiadi ci sono solo quattro categorie di peso, per cui può capitare di trovarsi avversari che pensano 10 o 20 chili di più o sono alti 10 o 20 centimetri di più, come è successo regolarmente a Molfetta.

La cosa bella di Molfetta è che, per trovare posto alle Olimpiadi ed evitare di essere nella stessa categoria di Sarmiento, ha fatto una dieta ingrassante per salire di categoria. E questo ce lo rende simpatico di default, come i ciccioni dell’arco o del tiro.

Onore a lui, e onore anche a Russo, due medaglie in due Olimpiadi: anche lui aveva contro una specie di Maciste, pure più giovane di cinque anni. Onore a Bolt e ai suoi amici giamaicani per un record stellare nella 4×100. Onore a Farah, doppietta nel mezzofondo. Dopo aver visto anche un po’ di Juve-Napoli, la prospettiva che le Olimpiadi stiano per finire mi sta gettando nella più cupa disperazione sportiva, morale, etica, esistenziale e concettuale. Ora la maratona, Cammarelle, il Settebello e poi si chiude. Ho il magone. Viva lo sport.

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