UDINESE-INTER 0-3

BELLI E POSSIBILI

E’ un periodo che mi prefiguro statistiche tutte mie. Per dire, ero straconvinto che l’Udinese ci avesse fatto il culo un tot di volte nel ventunesimo secolo, e invece nelle precedenti dieci visite al Friuli avevamo perso solo in due occasioni, e vinto in quattro. Mi occorre dunque fare due considerazioni: 1) mi ricordo più le tranvate che le vittorie, e questo non è bello; 2) al di là delle statistiche, vincere a Udine non è mai banale, soprattutto se nello scorso campionato l’aggregate diceva 8-2, roba da sognarseli di notte (come in effetti facevo prima della resurrezione di Jonathan e di Alvarezzuccio mio). Poi c’è una terza considerazione, a proposito di banalità: non è mai banale vincere così, con autorità, in trasferta, su un campo oggettivamente difficile, sotto la pioggia e con il presunto macigno delle tre trasferte precedenti, quelle in cui siamo andati avanti per poi farci raggiungere con una regolarità che stava diventando preoccupante.

Oggi l’Inter ha fatto quello che non le era riuscito le volte precedenti, o meglio, non le era riuscito del tutto. Perchè fasi alterne di un’Inter come quella di oggi si erano viste anche altrove: qua e là a Cagliari, spalmata a Torino (segnare tre gol in 10, voglio dire, non è un fallimento), all’inizio e in un bel pezzo del secondo tempo di Bergamo. A Udine è stato diverso: partenza ipnotica e poi una progressione che, per curiosità, mi sarebbe piaciuta vedere applicare in altre situazioni e contro altre squadre. Un’Inter così è un piacere, e – inevitabilmente – anche un sottile giramento di coglioni per quello che non è stato. Anche solo un pareggio in meno – per non dire di due, obviously – darebbe un’altra dimensione alla nostra stagione.

Ora l’importante è tenere la barra dritta. Noi abbiamo perso un paio di punti per strada, come minimo. Ma ci sta. L’anomalia non siamo noi, l’anomalia è sopra, dove ci sono tre squadre che viaggiano contemporaneamente a una media scudetto molto elevata. E noi lì, a rincorrere. Da lontano. Non deve essere frustrazione, dobbiamo trasformarla in cattiveria. Rimanere lì e stare pronti a rientrare. Niente sarà facile in un campionato dove ci sono tre squadre che viaggiano a questa velocità e che, per ora, blindano e strablindano le prime tre auree posizioni. Si fottano, comunque. Modalità avvoltoio e restiamo in agguato. Oggi 32 km e neanche un Orociok, avercene santiddio. 

PALACIO.jpg