SCUDETTO

CLUB MED(RANO)

Da uno che non ha mai nascosto quanto gli stia sul culo Berlusconi e quanto ferocemente disprezzi il berlusconismo e il berlusconesimo, lasciate che vi dica che i toni solennemente risentiti – tendenti all’apocalittico – di certi commenti interisti alla vittoria del Milan mi risultano non meno fastidiosi del fatto stesso, cioè del vedere il nostro caro amato scudettino appiccarsi a quelle orribili maglie. Lo scudetto verrà gettato in politica? Boh, non da me. Non riesco a considerare necessario un legame tra l’uomo più schifoso d’Italia con il risultato sportivo della squadra di sua proprietà. Il Milan ha vinto lo scudetto perché ha fatto più punti degli altri, stop. Ha goduto di favori clamorosi, le avversarie sono state clamorosamente sfavorite? Non mi pare. E quando tiri le somme dopo 36 giornate, o sono successe cose tipo Ceccarini, palloni dentro di mezzo metro ecc., oppure devi stare lì a fare i calcoli con il bilancino nucleare. E quindi dopo un po’ ti annoi.

L’Inter ha fatto un punto nei quattro tradizionali big match con Milan e Juve, perdendo i due derby, e questo per me è la cartina di tornasole del nostro campionato. Il Milan ha fatto un girone di ritorno che giustifica lo scudetto, perdendo una sola partita e subendo 6 gol in 17 partite. Tutto questo non cambia la mia visione medranesca dell’Ac Milan e non placa il mio conato di vomito alla vista di Mister Cerone. Ma sportivamente mi sembra un percorso ineccepibile e non riconoscere la vittoria altrui mi sembra un atto di alterigia che non cambia la storia, ma al limite ci fa stare peggio.

Noi, certo, avremmo potuto eccepire qualcosa. Ma dopo cinque anni meravigliosi – l’ultimo meravigliosissimo, il più meraviglioso nella nostra storia centenaria – bisogna che serenamente riconosciamo i nostri errori (l’ingaggio di un allenatore non gradito, il non-mercato estivo, i peccati di giovinezza del nostro secondo allenatore ottimo a infondere l’entusiasmo per inseguire ma pessimo nel capire quando era giunto il momento di gestire).  L’Inter  del derby, di Parma o di Gelsenkirchen (per rimanere all’ultimo mese) è una squadra scippata dello scudetto? Maddai. Così come, santiddio, diamo alle altre squadre la possibilità di comprare buoni giocatori, di azzeccare le scelte e di vincere i campionati. Magari un giorno lo farà anche la Juve (rumore di tuoni). Si chiama sport.

Mi costa, eh? Uh, quanto mi costa. Ma in queste ore ho letto tante cose scritte in rete da ottime penne, e non mi sono piaciute. I milanisti festeggiano e ci sfottono? Beh, ragazzi, cosa pretendete da gente che non vinceva da un po’? Mi sembra naturale. Vogliamo negare le tensioni naturali di un tifoso? Va bene, neghiamole. E poi? Il milanista “puro” starà festeggiando com’è giusto che sia. E’ il momento più ovvio e fanciullesco, quello più giusto direi. Gli imbarazzi che immagino nutrano centinaia di migliaia di milanisti nei riguardi del loro padrone e del suo stile di vita e della sua ributtante filosofia politica e morale, beh, quelli restano e sono affari loro (purtroppo anche nostri). Ma la loro squadra ha vinto lo scudetto ed è giusto che festeggino. Io no, pazienza. Mi immalinconisco ma non mi sento macerare dentro. Si chiama – lo ribadisco – sport.

 

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