CIRCO MASSIMO

VELTRONI-ONI-ONI

Le formule “secondo gli organizzatori” e “secondo la questura” sono vecchie quasi come il mondo (diciamo: retrodatabili al momento della nascita delle questure, o forse dello stesso concetto di “organizzatori”) e si muovono da sempre dentro uno schema collaudato. Quando c’è una manifestazione di grandi dimensioni, tanto da rendere difficile il calcolo della gente effettivamente presente, la cifra della questura è di solito la metà di quella sparata dagli organizzatori. A chi non è capitato di fare una battuta su quest’argomento? Tipo quando si entra in quindici in pizzeria, il cameriere chiede “quanti siete?”  e il più pronto della combriccola dice “quindici, otto secondo la questura”.

Oggi, invece, qualcuno dei due – l’organizzazione o la questura – l’ha sparata grossa. Enorme, direi. Il Partito democratico ha detto che alla manifestazione di Roma, Circo Massimo, c’erano due milioni e mezzo di persone. La questura ha risposto 200mila. Cazzo, non la metà come al solito, ma dodici (12) volte di meno.

Dando per scontato che il gioco delle parti si sia replicato per l’ennesima volta, e che quindi la questura sia stata magari un po’ strettina, vogliamo parlare – serenamente – di quanto largo è stato il Partito democratico?

Ora, io di Capezzone non mi fido, e secondo me non si fidano nemmeno i signori Capezzone, però lui dice: il Circo Massimo è un’area di 70mila metri quadrati, in un metro quadrato ci stanno strette quattro persone, 70mila per 4 fa 280mila, è una vita che si fanno cose al Circo Massimo e la capienza è sempre quella, e per fare 2 milioni e mezzo ci vorrebbe un Circo Massimo multipiano (per l’esattezza, 8 piani). Ribadisco, la storia politica di Capezzone – nemmeno Martins e Obinna messi insieme riuscirebbe a fare tani salti mortali – mi induce a non fidarmi. Ma, parlando di numeri, mi sento molto più capezzoniano che veltroniano.

E d’accordo che Roma da sola ha 2.705.317 abitanti, d’accordo, sì. Ma ipotizzando che la popolazione italiana sia di 60 milioni tondi, secondo i calcoli di Veltroni oggi un italiano su 24 era al Circo Massimo. No, dico: 1 su 24. Se togliamo la percentuale di popolazione che non poteva comunque essere al Circo Massimo in nessun modo (gente che oggi lavorava, bambini under 3 anni, anziani over 80, ospedalizzati, carcerati, podisti iscritti alla maratona di Venezia o alla mezza di Trecate, ecc. ecc.), direi che possiamo scendere quantomeno a 14. Di questi 14, in teoria 9 sono del Popolo delle libertà e dell’Udc, per non dire di Rifondazione e di quel che resta a sinistra. E siamo a 5. Poi ci sono gli spettatori di Juve-Torino e Siena-Catania. Poi ci sono quelli che non gliene poteva fregare di meno. Scendiamo a 3. E di questi 3 (chi a Bolzano, chi a Siracusa, chi a Oristano, chi Santa Maria di Leuca) (e nel mio calcolo grossolano comprendo ancora bambini over 4 e anziani under 80) (e gli abbonati Rai, e gli abbonati Sky, e quelli che sono andati al cinema o a mangiare la pizza), 1 doveva essere per forza a Roma, Circo Massimo. 

Siccome noi democratici rimproveriamo a Berlusconi di spararle sistematicamente grosse, mi dissocio dai calcoli veltroniani e stendo, almeno personalmente, un velo pietoso su questi entusiasmi puerili che noi, quando li vediamo da parte avversa, giudichiamo muscolari. Facciamo che c’era mezzo milione di persone, che corrisponde alla visione da braccino corto della questura e che è comunque un numero enorme? Vogliamo esagerare? Una milionata? Ecco: non bastava dire: un milione di persone (o forse si confondeva troppo col milione di posti di lavoro)? Anche se sorge un dubbio legittimo – che servano cioè, e ce lo insegnano i competitor, a far parlare le tv e alzare i sondaggi -, io le baracconate continuarei a lasciarle fare agli altri.

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