LIBERIAMO BABBO NATALE!

METTETE DEI FIORI AI VOSTRI BALCONI

Non è che tutti i problemi che ci assillano debbano essere per forza drammatici, tipo lo spread, il default, la fame nel mondo o la Juventus. Ci sono anche problemi meno urgenti ma pur sempre gravi. Anzi no, meglio: meno gravi ma pur sempre urgenti. Quelle cose – piccole, medie o grandi – che non spostano di una virgola la tua vita ma ti fanno pesantemente dubitare del genere umano. E quindi, come dire, sono di per sè quasi serie, o abbastanza importanti, o discretamente fondate.

Per dire: ma voi quando vedete un ragazzo con i jeans che hanno il cavallo all’altezza dei polpacci, ecco, cosa pensate? Cosa pensate quando lo vedete camminare come una geisha o – peggio – come uno che si è cagato addosso? Cosa pensate quando si china a raccogliere qualcosa e vi fa vedere le sue mutande – non un pezzo, un bordo, l’elastico, no, la mutanda intera da capo a piedi -? Certo, è una questione imparagonabile a una patrimoniale o a un lavitola. Ma ha un suo perchè. Ti fa dire: ma dove siamo arrivati?

Ecco. A cosucce di questo genere ho spesso dedicato qualche post, e a una cosuccia in particolare ne ho dedicati due, uno nel 2008 e uno nel 2009. Nel 2010 no, niente, ma evidentemente qualcosa mi si rimestava dentro perchè nel 2011 (adesso, now) ci ho addirittura costruito sopra un ragionamento che Stella e Rizzo, al confronto, sono Gigi e Andrea. E quindi ne è uscita questa cosa che con orgoglio vi vado a presentare. Eccola:

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E’ un libretto, un pamphlet, un saggio breve, un post lungo, non so, fate voi. Da domani è in vendita ovunque on-line e in arrivo nelle migliori librerie, e anche in alcune delle peggiori. Mi sono divertito molto a scriverlo perchè son partito per prendere per il culo chi appende i babbinatale ai balconi ma sono approdato a un qualcosa di un pochino più profondo. Perchè mentre buttavo giù un po’ di idee e raccoglievo cosette da mettere in ordine, la domanda fatidica è arrivata. Ed è: cosa ci ha mai fatto di tanto male Babbo Natale perchè lo si tratti così?

Insomma: appendere un babbonatale al balcone è una gigantesca cazzata concettuale, per una serie di ragioni che nel libro ho diligentemente elencato. Una cazzata concettuale che, per il nostro bieco divertimento (ma questi babbinatale, col tempo, sono diventati tristissimi), facciamo scontare ai nostri bambini. A cui raccontiamo delle cose (tipo che Babbo Natale arriva di notte con una slitta piena di regali trainata da meravigliose renne volanti) e poi ne rappresentiamo altre (un manichino orribile che si arrampica ai nostri balconi, con le ginocchia disarticolate tipo l’infortunio di Burdisso).

Ma si può? No, non si può. E’ ora di finirla. Facciamoci portatori di un movimento culturale che restituisca credibilità, onore e prestigio a Santa Claus. Questo spread tra la favola/mito/leggenda e l’orripilante realtà del fantoccio biancorosso non è più sopportabile. Sarebbe come appendere un poster di Zanetti pettinato come Sebastien Chabal. No, non esiste, rendetevene conto.

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