INTER-NAPOLI

FORTI CON I FORTI

Juve, Milan, Napoli, Fiorentina: ecco servito il Grande Slam del girone d’andata. E dopo due stagioni in cui proprio gli scontri diretti erano stati uno dei nostri più fastidiosi talloni d’Achille – le nostre spine calcaneari, diciamo così – questo mi sembra il miglior effetto stramaccioniano su un’Inter che torna a guardare tutti con occhi di tigre e non con le espressioni da bambini smarriti dei tempi recenti. Solo la Roma tra i top team ci ha strapazzato, ma erano altri momenti – la seconda giornata appena. Le altre sono state partite belle o addirittura bellissime, contro squadre che se la sono giocata ma hanno sbattuto contro il nostro muro e hanno segnato un gol o due meno di noi, o non ne hanno segnati affatto. Se siamo secondi a quattro punti dalla prima, la colpa è di qualche cazzata fatta qua e là. Se solo avessimo portato a casa un paio di pareggi nelle sciagurate partite con Siena, Atalanta e Parma, la Juve avrebbe dovuto ordinare una partita di scaldacolli per attutire il problema del fiato del nemico. I se e i ma, ovviamente, contano una sega. Rimanendo alle cose che contano, il Grande Slam ci rilancia di brutto a livello di ambizioni e di convinzione. Siamo di nuovo secondi, siamo di nuovo i detentori del ruolo fittizio di anti-Juve (noi che anti-Juve lo siamo dalla fondazione). Sabato, con la Lazio, chiuderemo il cerchio del mini-torneo tra le migliori, ultimo step per vedere se davvero siamo cresciuti oppure siamo ancora un po’ ondivaghi. Bello avere questi esami uno dietro l’altro, non perdi concentrazione. Sopratutto ora che a metà settimana non dobbiamo anche in Beciuania o in Kirghizia per la Little Cup League.

Lasciamo pure che dicano che il Napoli di qui, il Napoli di là, che bel Napoli, ma che squadra. Oh ragazzi, il Napoli l’ha preso in quel posto. Ha perso. Zero punti. Tutti a dire il Napoli di qui il Napoli di là, quando per tornare in partita ha segnato un gol in fuorigioco di un metro. E che bello poterne parlare da vivi, cioè da freschi incassatori di tre punti. Condizione che ti fa guardare le cose con una serenità innaturale. Forti e belli da rendere inefficace un gol non regolare. Mi pare fosse già successo in una città inospitale, sede un tempo del Regno d’Italia, attraversata da un fiume di due lettere, con il sindaco più magro del mondo e una fabbrica che fabbrica poche auto. Durante la partita ti vengono mille pensieri e ti girano i coglioni, ma al triplice fischio ti rilassi e ti godi la vittoria accidentata. Io proseguo con l’embargo agli orociok. Ho celebrato con una pizza, mi sembrava molto a tema.

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