VERSO LA JUVE

IO E ZIO B

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Juve-Inter si gioca il primo sabato di novembre. E’ il sabato che precede la maratona di New York e, di tre giorni, le elezioni americane. Quattro anni fa, nel sabato che precedeva la maratona e le elezioni americane, ero appunto a New York. E il sabato sera in particolare ero a casa di Matteo, che fa l’architetto e che vive là, e che per quelli del blog è Zio B. Quando mi chiedono di raccontare qualcosa del blog, spiego per esempio che se vado a New York (o a Tokyo) trovo qualcuno che non conosco e che mi aspetta e – nel caso di New York, vigilia della maratona – mi cucina una bella pasta italiana. Con Zio B in realtà ci si conosceva virtualmente quasi dagli albori del blog. Un nick interista (per via dell’allora baffo) per uno juventino: già questo mi piaceva assai. Poi mi ha cucinato una preziosa pasta in terra lontana prima di una maratona, poi l’ho rivisto in Italia eccetera eccetera. Direi che è uno degli juventini migliori che conosca, forse il migliore.

Perchè sei juventino? Non me lo spiego. Forse c’è stato uno scambio in culla.

“Allora, nasco a Piacenza nei magici anni ’70. Una volta c’era anche una bella squadra di calcio a Piacenza (purtroppo ha anche lanciato Pippo Inzaghi, piacentino, giocatore che odio), ma è una storia finita male. Cresco guardando la Juve in bianco e nero e mi innamoro di quel francese immenso con le mani sui fianchi e il numero dieci sulle spalle…”

Chi scusa, Blanchard?

“Pirla. No, quel francese che lancia quell’altro fenomeno di Paolorossi che ci rese assai felice l’estate del 1982… Ero così estasiato da quei due da scordarmi di Brio, per dire”.

Ah, l’innocenza dei ragazzini. Vabbe’, facciamo un inciso. Lo sai che Piacenza voterà in primavera per essere annessa alla Lombardia? La trovo una cosa affascinante, diciamo così.

“Guarda, io sono orgoglioso di essere piacentino ed emiliano. Fiero degli anolini, dei tortelli con la coda, della coppa piacentina, del gutturnio, del Vignola e del Tramello, e delle nostre colline. Eccellenze che apprezzo ancora di più adesso che ho girato un po’ il mondo. E che mai e poi mai potranno passare alla Lombardia”.

Minchia.

“Piacenza è terra di democristiani e di juventini: sono scampato solo ai primi”.

Torniamo alla tua triste infanzia/giovinezza di formazione juventina. Adoro l’antropologia criminale sportiva.

“Beh, mi godo i primi anni ’80 con Platini e soffro tremendamente durante gli anni successivi, quando al liceo assisto incredulo alle vittorie del Milan berlusconiano, a cui seguiranno poi le vittorie di Forza Italia”.

Scusa, mi stai facendo venire l’angoscia. Sembra un film di Haneke.

“Ecco, qui l’incredulità non è il termine esatto e, per rispetto dei lettori, mi censuro. Anche se, insomma, Roberto Baggio e Romano Prodi qualche soddisfazione me la daranno in quegli anni. Poi finisco l’università e vado a lavorare a Milano dove mi accorgo della presenza dell’Inter”.

Un mondo meraviglioso.

“Fino ad allora solo uno dei miei amici era interista. E l’Inter per me era la squadra a cui rifilare qualche giocatore ogni tanto e i cui numeri 10 non erano certo a livello dei nostri. Sono gli anni lippiani con quel fenomeno di Zinedine Zidane (e purtroppo di Moggi-Giraudo… poi ci arriviamo, eh?) e poi di Del Piero (che, ti vorrei dire caro Sect, negli anni prima del crack di Udine era davvero un fenomeno). Naturalmente a Milano trovo un sacco di interisti, compreso il mio capo. E iniziano le schermaglie dialettiche. Poi a causa del lavoro inizio ad andare a New York proprio mentre scoppia Calciopoli”.

Rumore di tuoni.

“Lo confesso, come troppi gobbi e come tutti quelli che non hanno troppo tempo di informarsi, all’inizio difendo a spada tratta i miei colori anche se qualche rotella da qualche parte comincia a girare. E intanto trovo il tuo blog. E comincio a leggere avidamente e scopro un altro punto di vista, oltre a un blogghe (a la Cassano) che sa scrivere bene e che ha qualcosa da dire. E mi fa anche ridere.

Ti prego, sto arrossendo.

“Peccato che sia interista, questo blogghe. Intanto il mio unico amico interista mi invita anche lui a riflettere e ad elaborare il lutto di Calciopoli. L’amico interista era stato il segretario della Sinistra Giovanile e fa lo sceneggiatore di fumetti. No, per dire, ma un berlusconiano che ti ha fatto riflettere tu lo conosci”

Ah, quanta verità sgorga dalle tue parole. E poi?

“E poi scopro i commentatori del tuo blog. Che persone fantastiche. E che compagnia mi hanno fatto nei tanti mesi da solo nella Grande Mela. E quanto mi hanno fatto crescere! E non solo su Calciopoli (le cui sentenze vanno semplicemente rispettate guardando tutti avanti), ma anche su tutto il resto”.

Bella ‘sta cosa.

“Bisax (esistono milanisti con cervello), Vano, Spillo, Cowboy, Ser, Quintilia, Ecli, Antonino Verdi (che litigate!), Wiz… E poi due persone fantastiche, Hal e Zaz”.

Hal e Zaz.

“Continuiamo a chiamarle così. Sono felice per aver avuto la possibilità di conoscerle anche di persona. E che persone meravigliose che erano, dannazione”.

Già. E poi?

“E poi ci sei tu, caro Sector. Un po’ di mail con una promessa infinita di berci un Crodino e tante storie attorno alla Fiordaliso, mia conterranea (oh, non dire tutto!). E poi finalmente il momento della Maratona di New York, tu e Doug – cioè Danilo – che arrivate a casa mia nel Village e ci facciamo la spaghettata pre-maratona in quei 25 metri quadri di appartamento, e poi il sigaro sul tetto guardando la skyline, e quel cartello per voi due alla maratona…

Per fortuna mi hai prodotto la foto. Cartello che non vidi: tu eri sul lato sinistro della strada mentre io arrancavo sul destro in preda a visioni funeste. Bei tempi. E anche per l’Inter erano bei tempi…

“Vabbe’, era l’Inter manciniana prima e mourinhiana poi, quella che ahimè mieteva successi su successi fino allo storico triplete…”

Scusa, hai un kleenex?

“No, aspetta. Sai cosa ho fatto la notte del triplete?

Ti sei dato fuoco in Times Square avvolto in un bandierone bianconero?

“No, ho esultato al gol di Milito. I miei amici mi prendono ancora per il culo, ma io ve lo dovevo”.

Lo sapevo che tu sei diverso. Vabbe’, veniamo ai giorni nostri. Domani sera?

“Adesso la Juve c’è: bastava prenderne uno con i piedi buoni, Pirlo, e non trenta tutti scarsi. Però c’è anche l’Inter”.

Confessa: almeno un po’ ti piacciamo?

“Guarda, io al Fantacalcio da quando vi conosco ne prendo un po’ dell’Inter… L’anno scorso per dire avevo Nagatomo, Forlan, Zarate e Alvarez”.

Oddio, avevi fatto uso di sostanze psicotrope?

“Taci, ho ancora gli incubi. Sono retrocesso per la prima volta in 15 anni. Quest’anno meglio, ho Sneijder e Palacio”.

Dai, pronostico.

“Sogno una partita senza errori arbitrali e senza polemiche. E basta con questa moviola, in nessun Paese civile si dedica cosi tanto tempo agli arbitri e ai loro errori”.

Ah, lo dici a me? Pronostico secco, orsù.

“Un bel pareggio 2-2 con doppiette di Giovinco e Palacio”.

Ah.

“Li schiero entrambi al Fantacalcio”.

Ah, ecco.

“E comunque sarebbe un bel risultato. Se però ci penso bene e se l’Inter giocherà davvero bene…”

Sì?

“…una vostra vittoria non mi dispiacerebbe. I tre nipoti di casa Agnelli sarebbero infatti tristi almeno per una sera. E soprattutto sarei contento per Pier. E anche per te, dai”.

Ti voglio bene.

“Anch’io”.

Senti, ma com’è lì con l’uragano?

“A casa tutto bene. In ufficio… beh, tipo che l’acqua mi ha spazzato via mezzo ufficio”.

Uh. Per fortuna c’è Juve-Inter.

“Infatti”.

 

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(nella foto: Doug, Zio B and Settoreh drinking together in perfect armony, New York, 2008, Election day)