PECHINO DAY 15 – IDEM

DON’T CRY FOR ME ARGENTO

646043355.jpgJosefa Idem è un mito anche per la serenità, perché perdere una medaglia d’oro a 43 anni per un nonnulla e non incazzarsi, come dire, mi sembra complessivamente una bella impresa. Quattro millesimi, equivalenti a un centimetro e quattro millimetri: com’è che nella canoa (che non è la Formula 1, il motomondiale e nemmeno l’inseguimento su pista) si calcolano anche i millesimi, boh, è un mistero che qualcuno mi deve spiegare. Sarebbe stato più bello dare un oro ex-aequo (o ex-acqueo, trattandosi di canoa), perchè nell’acqua vallo a capire se sei un centimetro avanti o indietro: l’acqua è acqua, cazzo, si muove, ondeggia, fluttua, guizza. Maddai, mettono delle boe tutte sbirole per segnare l’arrivo e poi fanno questione di millesimi. Che stronzata. Comunque viva la Idem. E abbasso Russo, il pugile. Anche lui argento, ma con premesse diverse. E’ da due settimane che fa il bullo. Anche ieri: “Finora è stato il torneo delle noccioline, domani si vince l’oro”. Mi va anche bene, Clemente, che fai lo sborone (è nel dna della gente che si prende a pugni). Ma l’altro, il siberiano, aveva una faccia più truce e saltellava di meno. Prima ripresa 0-0: avete ballato la rumba, e vabbe’. Ma provare a tirare qualche cartella in faccia al russo? Poi il pallottoliere si è messo a segnare solo i colpi dell’altro, e un motivo ci sarà stato. Spero che la lezione serva a Cammarelle: meno gas, meno tattica, più cartoni sul muso. Ma stanotte c’è la mia specialità: la maratona. Quella olimpica è stranissima: siamo abituati ai muri di folla, alle migliaia di partenti per le grandi maratone e invece ai Giochi, ovviamente, ci sono solo i top runner selezionati dai rispettivi paesi. Un centinaio di persone. Tutti lì accalcati sulla riga di partenza. Intorno, un vuoto irreale. Sembra una delle gare Fidal che faccio io la domenica, quando ci si presenta in 100-150 (donne comprese) e ti guardi intorno e li conosci quasi tutti. Quando manca qualcuno ti preoccupi? “Uè, il Mario dov’è, si è fatto male?” “No, è alla cresima del nipote”. Poi si parte. Qualche volta c’è la pistola, qualche volta c’è un giudice rauco che grida “via”. Io sono sempre in fondo, un po’ perchè non voglio essere calpestato da quei folli che vanno a 3 e 30 al chilometro, un po’ perchè mi piace rimontare. Me la gioco con quelli scarsi come me, do tutto e la prendo bassa nel contempo (un’acrobazia concettuale), respiro la campagna, taglio il traguardo e mi sento vivo. Terzultimo, quartultimo quando va bene, ma molto vivo.