SENSO DEL RIDICOLO

L’ANELLO AL NASO 

1062071357.jpgUn servizio del genere (per il testo, un po’ troppo ossequioso, e ancor di più per le foto) forse dovrebbe solo far sorridere, e invece a me mette un brivido sinistro addosso, e una sensazione di disagio assolutamene sproporzionata – mi rendo conto – al clamoroso livello di kitsch del contesto. Dovrei coglierne il grottesco e farmi una grassa risata, e invece mi viene addosso una tristezza quasi innaturale, tipo quando l’Inter perde in casa con una neopromossa.

Io su Berlusconi, lo ribadisco, ormai ci ho messo una pietra sopra. L’Italia è una democrazia, venti milioni di persone lo votano – per motivi a me non del tutto comprensibili, ma lo votano e lo rivotano – e io mi levo il cappello. Per me Berlusconi è un problema – un enorme problema – ma prendo atto che per la maggioranza dei miei concittadini (e se mi limito alla sola Padania, dove vivo, dovrei elevare la percentuale quasi ai due terzi) non solo non è affatto un problema, ma è l’esatto contrario. Essendo nel frattempo transitato a un sempre più complesso stato di insoddisfazione nei riguardi della parte politica che voto da sempre, il risultato delle ultime elezioni mi ha regalato una strana tranquillità: gli italiani lo vogliono, lo votano, se lo tengano (e io con loro).

1345579426.jpgE allora cos’è che mi turba? Ecco, lo confesso: sono meno impressionato dai lodi alfani, dai giri e rigiri economici, dai liberismi pompati. Il servizio di Chi, invece, per me è la cartina di tornasole del personaggio e della situazione balenga in cui ci troviamo. Berlusconi, capo del governo, viene intervistato dal direttore del settimanale edito da Mondadori, cioè suo. L’intervista (melassa, ma questo è comprensibile) è corredata da una serie sconvolgente di fotografie ritoccate. Berlusconi ne esce come un essere mostruoso. Forse ringiovanito, ma mostruoso. L’uso di Photoshop non sfiora, ma oltrepassa il ridicolo. Noi lo sappiamo che il premier ha 72 anni, ha il cerone e ha pochi capelli. Ma Chi ce lo rappresenta comunque come un essere irreale, grottesco, senza rughe e con i capelli rinfoltiti dal pennarello.

Mi piacerebbe sapere chi ha deciso questa cosa. E’ un atto di piaggeria del settimanale (che ha usato Photoshop con eccesso di zelo)? O è una precisa richiesta di Berlusconi? Cazzo, chi può avere deciso e operato questo ritocco al di là del bene e del male? E come si fa a mandare in edicola uno dei più venduti settimanali italiani con queste foto? Non mi riferisco solo a quelle di Berlusconi. Chi ritocca sempre le foto, di chiunque o quasi. Ritocchi plateali, che sfigurano i personaggi, siano essi uomini o donne.

Ma cosa pensano? Che abbiamo tutti l’anello al naso?

Ed è questo il pensiero – finisco il ragionamento – che mi sconvolge. Certo: pensano che abbiamo l’anello al naso. Lo pensano perchè un po’ è vero. Questa nazione è fatta di milioni di persone che, pur non avendolo, si comportano come se. Chissà se per opportunità, per quieto vivere, per convinzione, per passività. Siamo evoluti, eppure ragioniamo da primati. Ci piace così. E io rimango avvinto – dolorosamente avvinto – da questo triste e immane spettacolo: di gente che ritocca la realtà e di noi che ci crediamo, sempre e comunque.

E poi una postilla: cos’è successo a Veronica? Da quel capolavoro della lettera-sputtamento a Repubblica contro il marito figaiolo, passando per la furia – così se ne parlava – per le voci e le certezze nate dal bailamme delle ultime intercettazioni, adesso è finita a fare le foto pucci-pucci sul prato della villa in Sardegna, come se niente fosse successo? L’avranno drogata? O avrà la stesse certezze del marito e dei suoi scherani in merito ai nostri anelloni al naso?