VIA RANIERI

LA SOCIETA’ DEI STRAMACCIONI

Oggi ho vissuto una giornata felliniana che vale la pena ripercorrere anche per chi non gliene un frega un cazzo delle mie giornate anche se felliniane.

1) Ore 10.30. Pavia, stazione di Pavia. Un uomo solo sotto una pensilina (io). Aspetta un bus che non si palesa. Un minuto di ritardo, due, cinque. Mentre viene colto da pensieri di morte (se non arriva il pullman come faccio a raggiungere l’aeroporto di Linate senza farmi spennare dai tassisti e senza perdere l’aereo?) l’autobus arriva. Scende l’autista e mi apre il bagagliaio. Ci metto la valigia. Salgo. Sono l’unico passeggero. Mi siedo in prima fila come un professore in gita con la scolaresca, ma senza scolaresca.

2) A Linate, colto da una crisi di fame come Visentin sul Pordoi, mi mangio un trancio di pizza leggendo la Gazza. In particolare, le pagelle di Juve-Inter. Sono in netto anticipo. Sfoglio con amarezza l’intera Gazza, poi la ripiego e la metto via. Scendo agli imbarchi. Passeggio in attesa della chiamata quando vedo un tizio nero e atletico e ben vestito e con due borse di vestiti appena acquistati venire verso di me.

E’ Eto’o.

Mi guarda, lo guardo. Non so che cazzo fare. Sto per piangere e abbracciargli le gambe urlandogli

“Samuel, torna da noi, anche in prestito”

ma l’orgoglio personale mi frena. Mi scappa un mezzo sorriso, lui mi guarda come se avesse visto uno juventino onesto. E va oltre. Sono paralizzato dall’indecisione. Lo lascio andare o lo rincorro e mi stendo davanti a lui urlandogli

“Calpesta le mie carni, ti prego”

ma mi vengono in mente altre domande, tipo

“Che cazzo ci fai qui?”

ma mentre lui si allontana alla ricerca del gate giusto, non cagato da nessuno, vengo travolto da una scolaresca che lo sta seguendo a debita distanza, ma fottendosene di me. Chiamano il mio aereo e mi metto in fila, con il cuore a Machackachakalalanalamanamana.

3) Sono a Cagliari, presto la mia opera, vado a cena e torno in albergo ignaro di tutto, finchè non mi accorgo che sul cellulare c’erano cinque messaggi di gente persa che mi chiedeva di Ranieri come se fossi il figlio di Moratti. Accendo il pc e realizzo che Ranieri è stato esonerato. Eppure due ore prima – prima di mettere le gambe sotto il tavolo – giurerei di avere letto di Moratti che rispondeva “Penso di sì” alla precisa domanda “Ranieri resta?”, ma avevo attribuito la vaghezza morattiana a una semplice causa diretta: la vaghezza morattiana, appunto.

E’ la prima volta che l’Inter esonera l’allenatore mentre io non sono a Pavia.

Ed è una situazione sgradevole. E’ come quando lasci il tuo paese per qualche giorno e poi vedi al tg che hanno fatto un golpe. Non ho il mio cuscino nerazzurro da stringere, non ho la mia sciarpa in cui avvolgermi, non ho i miei orociok. Assisto allo sfascio dell’Inter da una prospettiva inedita. Sono davanti al mare e l’Inter esonera l’allenatore. E’ irreale. Quando l’Inter esonera l’allenatore di solito sto scacciando zanzare o camminando nella nebbia.

Vabbe’, parliamo di questa cosa. Secondo me sussistono due elementi in contemporanea:

1) tecnicamente, Ranieri ha inanellato una serie inescusabile di “cose da esonero” e quindi la decisione è tecnicamente giusta, forse ineccepibile

2) sostanzialmente, a nove giornate dalla fine, a stagione completamente sputtanata, questa cosa ha un senso? avrà una utilità? se sì, non bastava un Baresi?

Voglio dire: mi sembra ci sia stata una forzatura. Stramaccioni nel giro di 24 ore vince la baby-Champions e – per questo – diventa allenatore della prima squadra. Mi ricorda quando Monti è diventato senatore a vita e presidente del consiglio nel giro di due giorni. Sono convergenze un po’ sospette. Nel senso che dal nulla al tutto, insomma, ci sarà pure qualche via di mezzo.

Ha una prospettiva questa cosa di Stramaccioni? Sarà il nostro allenatore del futuro? Se sì, cosa potrà/dovrà mai dimostrarci in questi ultimi due mesi scarsi di campionato? E se, invece, l’allenatore sarà qualcun altro, ‘sto povero Stramaccioni non rischiamo di bruciarlo, di sputtanare un pochino anche lui?

Al termine di tutto questo ragionamento, io la butto lì: tra gente che non verrà, che costa troppo, che è indecisa, o che probabilmente avrà tutti i diritti di cambiare idea (un allenatore top non muove il culo se gli mettono a disposizione una squadra flop), Moratti gioca il jolly, tenta il filotto, si inventa il colpaccio della vita. E cioè: un giovane allenatore, molto economico, rampante e senza pretese. La comodità di avercelo in casa. Magari gli va bene, e sarà il nuovo Mancio. O magari gli va male, e se sarà un disastro si cambierà, sennò può anche darsi che ci vada di culo e vedreno la nostra società fuzzy impostare un minimo di progetto a basso costo e dolcemente low profile. Stramaccioni lo ringrazierà comunque. E poi con quel cognome, insomma, dove pretenderà mai di andare?

Una postilla, doverosa. Speravo fosse finita l’epoca dell’Inter che dice una cosa nel tardo pomeriggio e fa il contrario due ore dopo. Mi sbagliavo.

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