CHAGALL

LE NU AU BOUQUET

Maestro, la ringrazio per avermi così sollecitamente ricevuto. So che lei non rilascia interviste molto volentieri.

In effetti è la prima da 28 anni a questa parte, mio caro amico. Nessuno mi ha più cercato da allora.

Mi permetto di dire, maestro…

Sì?

… che forse questo silenzio mediatico dipende dal fatto che lei, 28 anni fa, è serenamente spirato all’età di 97 anni.

Ben portati.

Non lo metto in dubbio.

Già passati 28 anni? (sospiro)

Eh sì. Dunque maestro, io la disturbo per questo. Un suo quadro…

Sì?

… è al centro di un caso che sta scuotendo l’Italia nelle sue viscere più profonde.

Ahahah, non ci credo.

Interpretavo, maestro. Vabbe’, però la storia è curiosa.

Di che quadro si tratta, mio simpatico e giovane amico?

“Le nu au bouquet”.

Uff… Tu che ne pensi, ragazzo?

Posso confessarle una cosa?

Certo.

Non so il francese.

E quindi?

Pensavo che il titolo del quadro fosse “Bouquet nuda”. Carole Bouquet, capisce?

Uahuahuah… Sei fantastico. Hai un po’ di vodka?

No, mi spiace. Maestro, mi parli di quel quadro.

Mah, niente… l’ho dipinto in mezz’ora, un pomeriggio… ero andato all’Auchan qui sotto, a Vence, sono tornato a casa, ho messo la roba in frigo e poi mi sono detto: cià, dipingiamo qualcosa. Due pennellate e bòn.

Ah. Funziona così?

No, mica sempre. Cioè, per “La passeggiata” o “il violinista celeste” o altre cosucce così ci mettevo un po’ di più, anche dei giorni, dei mesi… Ma per “Le nu au bouquet”, sant’iddio… boh, tre quarti d’ora?

Incredibile. Sa quanto vale?

Tremila franchi?

No, un milione e duecentomila euro.

Euro? Cosa sono?

Ehm, una nuova moneta. Ogni euro vale un tot di franchi, adesso non mi faccia fare il conto, ho fatto il classico.

Pazzesco. E chi è quel coiòn che l’ha comprato?

Dunque, prima l’ha preso uno che l’ha appeso dentro la sua barca.

Che sagoma. Poi?

Poi questo ha attraccato a Savona e qualcuno ha tolto il quadro vero e ne ha messo uno finto.

Ahahahahah, voi italiani mi fate pisciare addosso.

E quello vero l’ha venduto a una galleria.

Ah. E poi?

La galleria lo ha venduto a Bettega per 1,2 milioni di euro.

Buongustaio.

Certo. Però era pur sempre un quadro rubato.

E vabbe’, ma lui che ne poteva sapere… Chi è questo Bettega? Un mercante? Un collezionista?

Giocava a pallone. Poi è diventato un antipatico dirigente.

Industriale?

No, sempre pallone. Poi un antipatico commentatore.

Politico?

No, sempre pallone.

Ma di che corrente è? Astrattista? Cubista? Fauvista?

Juventino negazionista triadista.

Interessante. E adesso?

E’ parte lesa.

Senti, mio dolce amico, non ci capisco un cazzo di questa storia.

Mi spiace, forse ho ecceduto in sintesi.

Fa niente, mi sono divertito. Come posso esserti utile?

Non so… non ha una crosta anche per me? Una qualunque, un cartonato, una roba così.

Macchè, hanno venduto tutto, o donato a musei. E’ il destino di noi grandi artisti.

Certo che…

Sì?

No, dico… lei è sui libri di storia dell’arte, nei musei di mezzo mondo… tutto ‘sto culo che si è fatto per poi finire appeso in casa di Bettega.

L’arte non ha confini, mio caro amico.

Senza l’arte, avremmo bisogno di troppe spiegazioni.

Di chi è questa frase?

Boh, era scritta sul muro.

Della casa di Bettega?

No, a Pavia.

Capitale della pelliccia?

No, della zanzara. Maestro, i miei ossequi. Ho la macchina in disco orario.

Au revoir. Fammi fare bella figura, eh?

Mo scertamont, sur blog!

Blog?

(lasciamo perdere)

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CHAGALLultima modifica: 2013-04-10T19:08:20+02:00da admin
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