MARCELLO LIPPI

EGOISTE

Se davvero il calcio è l’oppio di popoli come il nostro e, nel caso specifico, è lo sport nazionale italiano, e se davvero (quasi non mi ricordo più) eravamo campioni del mondo in carica con quel po’ di responsabilità morali che tutto questo comporta, allora qualcuno ci dovrà spiegare perché noi – amanti del calcio e tifosi della Nazionale – abbiamo dovuto trascorrere un biennio ostaggi di Marcello Lippi e delle sue arroganti ossessioni. Due anni di calcio devoluti a una sfida folle, egoista, irragionevole, del tutto personalistica, stravolta da obiettivi e ragionamenti che non erano generali ma del tutto particolari. Leggo che il Codacons (minchia, il Codacons) chiede che la spedizione italiana venga stipendiata con la simbolica somma di euro 1 cadauno. Forse, invece, sarebbe il caso di chiedere  i danni a Lippi, la cui sete di vendetta e la cui voglia di dimostrare chissà cosa ha di fatto gettato nel cesso non tanto una spedizione italiana ai Mondiali (quello può anche capitare) ma due anni interi a rincorrere non si sa bene cosa, a dimostrare non si sa bene cosa. E se Lippi, strafottendosene dell’Italia intera e di quei venti milioni di imbecilli che guardano la Nazionale sperando in quello che spera qualsiasi tifoso medio – vincere -, ci ha portati al massacro, la responsabilità morale della Federcalcio è del tutto paritetica. Così come avevano circondato Donadoni di una indomabile diffidenza sin dal principio (perché lo hai nominato, allora?), così hanno dato a Lippi il calcio italiano chiavi in mano, toh, fanne quello che vuoi. E noi qui, a guardare questo scempio. E anzi a beccarsi degli anti-italiani, dei trogloditi, dei senza patria.

Ma come si faceva, seriamente, a tifare per questa squadra?

E non si tratta di broccaggine. Si può essere scarsi e simpatici. Anzi, una Nazionale scarsa e simpatica magari adesso sarebbe arrivata agli ottavi in carrozza, spinta dai buoni propositi e dall’umore alto. E non si tratta neanche di juventinità. Io, per esempio, come penso tutti, ho amato alla follia Nazionali molto juventine, perché per un mese ogni biennio c’è una squadra con la maglia azzurra e stop, chi c’è dentro pedali e la metta, il resto è fuffa.

Il problema di questa squadra è che era lippiana nella sua concezione, una squadra impresentabile in quanto rappresentata da un uomo arrogante che ha convocato giocatori finiti, fuori forma, infortunati, modesti o nella migliore delle ipotesi “normali” perché piegati al suo progetto, senza accogliere indicazioni o suggerimenti, coprendosi gli occhi per non vedere, dando spiegazioni senza piegare nulla. Lippi, tra le righe delle mille conferenze stampa, ha sempre rivelato tutto. Non convocava Cassano e Balotelli perché avrebbero incrinato l’omologazione dello spogliatoio. Non aspettava altro che sedersi in fondo al carro e fare la conta di chi far salire e chi no, e lo ha pure detto, dando così la netta impressione che il folle giochino di portare al Mondiale una squadra di lemming lippiani, oltretutto in condizioni pietose, interessasse solo a lui e alla sue idee di rivalsa e di rivincita.

Non era possibile tifare questa squadra (pur nel rischio di confondersi con quei balùba della Lega) perché simbolo di una operazione inaccettabile, sportivamente e concettualmente. Sì, ci pensi il Codacons, ci pensi. Una bella class action. Abbonamenti a Sky, televisori 42 pollici, giorni di ferie, magari anche qualche pacchetto-viaggio già acquistato dagli ottavi in su. E tutto questo legato a un cittì obnubilato, a una squadra senza nerbo, alla spedizione più anonima e assurda che il calcio italiano abbia mai concepito dai tempi di quel viaggio in Brasile sulla nave da crociera. Siamo un popolo truffato, anche calcisticamente.

Non era possibile tifare un squadra in cui compariva gente bollita, fuori forma, infortunata, infortunanda, e in più di un caso anche abbastanza inadeguata. Ma non faccio nomi perché  è inutile, ma anche perché in fondo non è giusto farne. La colpa del giocatori, rispetto a quella di Lippi, è minima. Sì, certo, si possono tirare fuori i coglioni, magari. Si può fare a meno del pannolone, magari, gentaglia pagata a peso d’oro. Ma non è colpa dei giocatori questa eliminazione ridicola. La colpa è di chi li ha chiamati. Almeno dieci componenti della rosa avrebbero legittimamente dovuto guardarsi il mondiale dal divano di casa. Ma se ti chiamano è giusto che vai, ci mancherebbe.

Siamo anche un popolo di cialtroni, che dimenticheranno in fretta tutto questo. Ma io penso che ogni tanto valga la pena essere un po’ rancorosi. Non come Lippi, implodendo. Ma esplodendo.  Un rancore costruttivo. Basta con queste fregature, basta con queste mancanze di rispetto. Basta. Per quanto possa contare un campionato del mondo di calcio, noi meritiamo ben altro. Siamo usciti dal girone più penoso del mondiale più penoso che si ricordi senza vincere una partita: non c’è nient’altro da dire. Fossimo un paese serio, ci sarebbe il festival delle dimissioni. Ma siamo il paese che siamo, e so già che un po’ di facce le vedrò disporsi a favore di fotografo il giorno della presentazione di Prandelli, come se nulla fosse mai accaduto.

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MARCELLO LIPPIultima modifica: 2010-06-25T00:55:23+02:00da admin
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