LA TESSERA DEL TIFOSO

E LA TESSERA DEL TIFOSOTTO

Andare a tirare fumogeni e a fare la guerriglia sotto il palco del ministro dell’Interno alla Berghem Fest (diobono) per protestare contro la tessera del tifoso, diciamo così, è un po’ come andare a chiedere un mutuo in banca e, al momento della firma, offrire al direttore un sigaro esplosivo. Ora, pur considerando gli ultras (non le curve, specifico: gli ultras) l’anello di congiunzione tra l’uomo Sapiens, l’uomo di Neanderthal e l’esercito dei Visigoti, non posso pensare che siano così idioti e che dietro tutto questo non ci sia un disegno preciso. Così come non posso pensare che dopo un’estate passata a sprangarsi in amichevoli, a interrompere Supercoppe e a saccheggiare autogrill sia possibile intavolare una trattativa sostanziale e filosofica sulla tessera del tifoso. Quindi: è tutto un mostrare di muscoli. Bene. Per quanto la cosa possa apparirmi bizzarra, mi tocca schierarmi con Maroni: io con quella roba lì (gli ultras) non ci voglio avere niente a che fare, mai. Continuino pure a fare le guerriglie alla Berghem Fest: che cazzo me ne frega? Io ho la tessera del tifosotto: quando posso andare allo stadio ci vado, quando non posso non ci vado. Questo sport morirà per gli stadi brutti e cari, per le telecamere che faranno statistiche anche sui peli del culo e per le mascelle squadrate e le teste rasate di gente che si sente viva solo così. Quando Sky trasmetterà in diretta la morte del calcio io cambierò canale e guarderò quel cuoco che vende coltelli.

 

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(Belfast? No: Berghem, Italia)

LA TESSERA DEL TIFOSOultima modifica: 2010-08-26T11:36:00+02:00da admin
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