LA STRAGE DI LAMEZIA

CHI HA PIU’ FREDDO?

Con i ciclisti, noi podisti abbiamo un rapporto di  (faticoso ma) buon vicinato. Diciamo che, al limite, ci stanno sul culo quelli con la mountain bike che vanno a trecento all’ora nel parco, pensando di essere in un bosco semi-vergine e non facendosi troppi problemi a sfrecciare tra bambini, passeggini, cani al guinzaglio e, appunto, podisti. Vabbe’, ma i pirla sono trasversali. E poi noi, in fondo, pur essendo molto meno pericolosi, siamo altrettanto invadenti: ci piace correre sulle piste ciclabili, in quanto asfaltate e più o meno proibite alle auto, e qualche volta incrociamo sguardi un po’ scocciati di gente in bici che rallenta o stringe o devia e pensa “ma ‘sti cazzo di podisti”.

Ma di solito c’è solidarietà. Ci si saluta. Si fatica insieme, del resto. E specie d’inverno – tipo oggi, mai sopra lo zero in questa landa – ci si guarda con rispetto. Abbiamo più freddo noi o ce l’hanno di più loro? E partono lunghe disquisizioni sul materiale tecnico, il dispendio di calorie e l’aria che ti taglia la faccia (noi a dieci all’ora, loro almeno a trenta: quindi hanno più freddo loro? E si ricomincia).

Noi possiamo essere più zen, loro no. Loro vanno, spingono. Sgomitano con le macchine, respirano Pm10. Quelli che fanno le gare sono assatanati. Non so se esista per loro la “corsetta”. Per noi sì. Per loro, boh? Si barderanno di tutto punto per uscire e andare piano, distesi, rilassati? Mah. Anche perché come si fa a essere rilassati lungo una statale, in fila indiana mentre ti sfrecciano a mezzo metro, o in gruppone mentre ti mandano a cagare quelli dietro che suonano il clacson (come a noi durante le maratone)? Ecco, sì. Forse non sono zen. Ma li sento vicini per la fatica. Perché escono la mattina presto. Perché si ritrovano per stare due o tre ore insieme. a buttar giù qualche etto Mi piace quando ci si incrocia e ci si saluta con chi tira il gruppo, mentre degli altri, quelli dietro, si capta qualche parola a caso. Sei lì che corri o che pedali e, se sei in compagnia, ti perdi in lunghe discussioni. Meno zen, ma chiacchieroni uguale. Concorrenti ma solidali.

Sarà per questo che mi ha messo una tristezza micidiale la scena di questa mattina a Lamezia Terme, sette ciclisti travolti e uccisi da un figlio di puttana che si era appena fumato una canna e da sette mesi era senza patente perchè gliel’avevano ritirata. E nonostante la canna, e nonostante la non-patente, girava sul suo cazzo di Mercedes con il nipotino di otto anni seduto al fianco. Gliel’avevano ritirata per un sorpasso in curva. Stamattina, sorpassando, si è trovato davanti il gruppo di ciclisti e li ha presi in pieno, accelerando. Sette amici tra i 37 e i 58 anni, il target-tipo dei faticatori della domenica, che si incrociano e si salutano. Tre erano avvocati. Uno aveva una palestra ed era lo zio del nostro Natalino. Mi ha messo tristezza questa foto: le ruote piegate, le bici disintegrate, le borracce sull’asfalto. E quelle gambe che spuntano da sotto i teli bianchi, con le tute nere e lunghe che ci mettiamo d’inverno perché se corri fa freddo, e forse loro in bici ne hanno anche un po’ di più.

lamez_07_672-458_resize.jpg
LA STRAGE DI LAMEZIAultima modifica: 2010-12-05T23:34:15+01:00da admin
Reposta per primo quest’articolo