SECTOR ON TV

LO SCIOPERO DI CIPRO

(ovvero: la perfetta sincronia delle cose)

Dunque, l’appuntamento a Class Tv era alle 9,45. “Ti microfoniamo, due parole e poi si parte”. Il programma inizia alle 10. Al termine di un complesso calcolo spazio-temporale, e dopo aver risposto a 229 messaggi su Facebook, in piena notte opto per una modalità estranea al mio normale comportamento (che è: esci all’ultimo minuto possibile e sfida il tempo): sveglia presto, parto presto, arrivo presto, no stress, relax.

Quindi mi alzo alle 7.15, faccio le cose con estrema calma, e al culmine dell’estrema calma raggiungo il climax dello zen: “Non faccio colazione, la faccio a Milano, con calma”. La parola “calma” cominciava a innervosirmi, per cui parto. Mi ciuccio il traffico scolastico di Pavia, ma non ho fretta. Arrivo alla barriera di Assago alle 8.50, in perfetto orario. Leggo sui tabelloni alcune scritte: “Code in tangenziale ovest, code in tangenziale est, code a piazzale Maggi”. Che cazzo me ne frega?, mi dico con estrema calma, io esco a Famagosta, Cipro, un luogo che adoro, il centro di Milano per me, altro che il Duomo (nel senso che 9 cose su 10 che faccio a Milano passano per Famagosta: lascio lì la macchina e vaffanculo). Esco per Famagosta, c’è una coda della madonna – vabbe’, normale, mi dico – ma noto che la coda non è diretta al parcheggio ma gira verso sinistra, direzione Milano. “Ahahahah sfigati”, faccio guardando la coda e facendo il gesto di Ibra alla curva, e imboccando la scala del multipiano dove noto che già al secondo piano ci sono posti liberi. Di solito c’è coda e  bisogna salire al quarto piano. Che culo, mi dico, che calma, che relax.

Quindi, con estrema calma, cerco il posto, poi scendo e vado dritto a comprare il biglietto della metro, in un anticipo imbarazzante per me. Sono le 9.01. Mentre sto per tirare fuori gli euri davanti all’edicola, accadono due cose: l’edicolante mi guarda come se avesse visto un venusiano, e l’altoparlante bofonchia una roba assurda, tipo che è iniziato lo sciopero dei mezzi.

“Scusi?”, faccio all’edicolante.

“C’è lo sciopero signore, non lo sapeva?”

“No”, faccio io con nonscialàns. In realtà mi sento morire dentro e sono in preda al panico. Quelli dell’Atm cominciano a far sfollare la gente – poca – perché devono chiudere le saracinesche.

Parto come Gebrselassie verso la fermata dei taxi, che raggiungo dopo aver sbagliato strada sei volte. C’è un gruppeto di una quindicina di persone che aspetta taxi che non arrivano. 9.15, 9.20. Comincio a perdere la mia calma zen, ma tengo un contegno impeccabile tipo Juan Carlos de Espana. Nell’attesa del taxi – mentre il tempo scorre inesorabile – si cementa un occasionale spirito di collaborazione con gli altri astanti. Praticamente, quando si palesa un taxi ci salgono tre o quattro persone con mete compatibili. Alle 9.35 salgo con due tizi che devono andare da tutt’altra parte ma accettano di passare dove devo andare io, che tra l’altro è vicino, zona navigli. Ci si metterebbero 5 minuti.

Ma in un altro giorno. Non quando c’è lo sciopero dei mezzi.

Ogni strada che imbocca il tassista culmina in un ingorgo. Allora fa manovra, inversione, torna, e ne prova un’altra. Gli scappa una frase che giudico la pietra tombale sulla mia giornata da star televisiva:

“Era meglio stare a casa a dormire, diobono”.

9.45. Adesso mi chiameranno, penso, e gli dirò che magari arrivo e magari no, che cazzo gli dico se mi chiamano. Sono sempre meno zen quando finalmente il tassinaro trova una via con meno coda, arriva alla circonvallazione, trova la corsia preferenziale, e finalmente va.

Ma sono le 9.50.

Gli spiego dove devo andare di preciso. Prima ero stato vago, ma prima ero calmo, ero in anticipo, volevo fare colazione dove cazzo mi pareva. Adesso sono le 9.51 (nessuno mi chiama) e sono ancora lontano. Passa con un giallo, poi passa con un rosso, poi canna una svolta a sinistra, poi fa un numero sulla destra tipo Alvarez (cioè lentamente) e finalmente si ferma:

“La via è quella lì”

mi fa indicando la via dove dovrei andare, al prezzo di 15 fottuti euri. Sono le 9.55. Scatto come Usain Bolt, trovo una porta dove c’è scritto Class, la porta non si apre, da dentro mi dicono di spingere, poi di tirare, poi di tirare e spingere, alla fine si apre e vado alla reception.

“Buongiorno, sono una star della televisione, debbo intervenire in qualità di ospite alla trasmissione delle 10”, dico guardando un orologio che fa le 9.56. La ragazza mi guarda stupefatta:

“Guardi, questa è la pubblicità. Lei deve andare al civico 5”.

Mavaffanculo va’. Riparto come Asafa Powell, entro al civico 5, rifaccio tutta la manfrina, sono le 9.58, la ragazza mi guarda come se fossero le 8.58 e mi dice:

“Buongiorno. Mi dia un documento che le faccio il badge”.

L’operazione badge richiede almeno un minuto. Poi un simpatico ragazzo si offre di portarmi allo studio. Sono le 10. La mia carriera televisiva si è infranta contro un sciopero di merda dei tranvieri ciprioti Iddio li stramaledica. Lo studio è negli inferi, ci arrivo che sono le 10.02. E’ tutto pronto. Il conduttore è lì bello in piedi, le tre ospiti belle sedute e microfonate.

“C’è il signor Torti”,

fa il simpatico ragazzo. Il conduttore mi fa un cenno di saluto, come se arrivare alle 10.02 in una trasmissione che inizia alle 10 fosse la cosa più normale del mondo. Un tizio mi mette un microfono, un altro tizio urla:

“Sediaaaa!”

e un terzo tizio aggiunge una sedia nello studio.

Il conduttore mi accoglie con un sorriso, io mi prostro in mille scuse:

“Scusa, sono desolato, je sui desolè, ho parcheggiato a Cipro, è iniziato il fottuto sciopero  mentre parcheggiavo, ho preso un taxi ma era tutto un ingorgo. La tintoria non mi aveva portato il tight! Era crollata la casa! C’è stato un terremoto! Una tremenda inondazione! Le cavallette! Non è stata colpa mia! Lo giuro su Dio!”

“Tranquillo, sta finendo la pubblicità”

Tre, due, uno…

“Buongiorno a tutti, oggi parliamo di Natale” (eccetera eccetera)

E mentre presentava gli ospiti, tra cui io, mi veniva in mente che non avevo nemmeno fatto colazione.

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SECTOR ON TVultima modifica: 2011-12-17T02:50:00+01:00da admin
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