STELLE

EFFETTO TROTA

Alla fine il dado è tratto, non senza una certa dosa di genialità e di faccia tosta. Per non inimicarsi la Lega, la Federcalcio, l’Uefa, la Fifa e forse anche l’Altissimo, la Juventus ha deciso di delegare – almeno in parte, ma direi la parte più significativa – la faccenda della terza stella ai singoli tifosi. Ne volete due, tre, quattro, dieci, mille? Bene. In campo la Juve andrà con due stelle, o forse nemmeno quelle nella versione trasferta, e con la scritta dei 30 sul campo (scritta peraltro ammessa solo in Italia, pare) (beh, ovvio, essendo una baracconata), ma il popolo bianconero potrà recarsi negli Juventus Store e completare l’opera, comprandosi la terza stella e chiedendo a mamme, mogli, fidanzate, sorelle, nonne, zie, cugine, vicine di casa e, in alcuni casi, anche amanti di cucirla sulla maglia con cui andare allo stadio o al supermercato. Così tutto è sistemato: la squadra avrà una maglietta sborona  ma regolare, mentre milioni di stelle posticce circoleranno nei postriboli di tutta Italia a sancire in modalità fake che la Juve ne ha tre, ne ha vinti 30, insomma, quella roba lì.

A pensarci bene, non c’è nulla da stupirsi. La terza stella dei tifosi della Juve sarà come la laurea albanese del Trota: un titolo fasullo e comprato in denaro sonante, e poi esposto nel salotto di casa in una bella cornicetta o, nel caso della stella, sui pettorali sinistri di ragionieri, studenti, padri di famiglia e ladri di autoradio. Voglio dire: la terza stella della Juventus è una roba che in Italia capita un giorno sì e l’altro pure, sia pure in altre forme. E quindi, perché stupirsi?

Certo, adesso si aprono nuovi scenari e il marketing diffuso troverà da questa iniziativa gobba lo spunto per altre certificazioni fasulle da applicare alle magliette. Ecco alcuni esempi tuttora allo studio.

Premi  internazionali/1. Ognuno potrà trarre grande soddisfazione dall’acquisto e successiva applicazione della coccarda che più gli aggrada. Per esempio, Ibrahimovic ha appena telefonato all’Auchan di Cesano Boscone dove ha chiesto di applicare a una T-shirt fashion la coccarda “Pallone d’Oro 2012”.

Premi internazionali/2. Alcune case di abbigliamento stanno proponendo coccarde da applicare alle polo che certifichino vittorie di premi di grande prestigio. Per esempio, ho appena ordinato in boutique una Fred Perry con la scritta “Premio Pulitzer 2012”.

Sport. La terza fake star della Juve apre ovviamente scenari sconfinati per la certificazione di traguardi mai ottenuti ma tanto sognati. Per esempio, ho appena ordinato in boutique una polo Armani Jeans con la scritta “Nel 2009 ho vinto la maratona di Londra battendo allo sprint Gebre”.

Qualità personali. Una simpatica variante che esuli dall’ambiente puramente agonistico risiede nell’esaltazione di qualità e comportamenti personali. Per esempio, ho appena ordinato in boutique una Lacoste con la scritta “Nel 2008 l’Agenzia delle Entrate mi ha fatto un controllo ma ero in regola”.

Donne. Solo una infinitesima parte di noi può vantare conquiste che vadano al di là dell’ordinario, ma adesso sarà possibile applicare sul vostro capo di abbigliamento preferito un badge che al costo di 10 euro vi consentirà di smerdare i vostri amici. Per esempio, ho appena ordinato in boutique una Ralph Lauren con la scritta “Nel 2007 mi sono trombato Charlize Theron in macchina”.

Uomini. E’ già in commercio anche una polo con la scritta “Non ho trombato con Cecchi Paone ma sono bravo a giocare a pallone”.

pirlo.jpg


 

STELLEultima modifica: 2012-06-16T11:41:06+02:00da admin
Reposta per primo quest’articolo