RAZZISMO

VI PIACE INDIGNARVI FACILE, EH?

Quello che è successo poco fa a Busto Arsizio, con il Milan che esce dal campo dopo 26 minuti di amichevole con la  Pro Patria per i continui insulti razzisti a Muntari, Niang e Boateng (il primo a togliersi la maglia e a lasciare il campo, poi seguito da tutti gli altri), è a suo modo importante. Mi auto-taglio il pippone su quanto è grave questo e quanto fa schifo quello ecc. ecc., tanto saremo d’accordo tutti, a meno che non siate iscritti al Ku Klux Klan o alla Lega della Val Trompia. La scemenza di certi curvaioli (che approfittano dell’essere in curva – che non è mai tutta come loro – per esibire il loro becerume) va circoscritta ed eliminata, e comunque sia questa cosa del Milan farà parlare di razzismo e ignoranza e quindi ok, va bene, in questo contesto va bene tutto, è importante tutto. Punto.

Il problema – lo dico a botta calda, i fatti sono di mezz’ora fa – è che è facile indignarsi a Busto Arsizio, in un’amichevole del 3 gennaio che al limite faceva la gioia della famigliole di Gallarate e del bigliettaio della Pro Patria, ma che aveva peso specifico pari a zero. E’ facile mandare tutti a cagare in una partita di cui ti fotte un emerito cazzo, fa freddo, mi risparmio qualche calcione, fuck you. Il vero salto di qualità sarà quando Boateng (o Mudingayi, o Pogba, o chi volete voi) si toglierà la maglia in serie A, tornerà negli spogliatoi seguito dai compagni, farà sospendere la partita, poi magari la riprenderà fino al buuuu successivo, mentre Sky e Snai sudano freddo. Il vero salto di qualità sarà quando il calcio italiano (dall’arbitro di quella partita fino ai massimi dirigenti delle due squadre in campo per finire agli organi disciplinari e ai vertici di Lega, Federcalcio e Coni, e magari anche la procura della Repubblica competente) dovrà gestire una patata bollente in mondovisione. Questo deve succedere, prima o poi. Sennò queste piazzate tipo Busto Arsizio rischiano di passare per robette da checca isterica. Il razzismo – con tutto il rispetto per Busto Arsizio e la Pro Patria – è una questione ufficiale, non amichevole.

Il razzismo sia punito, e le punizioni – le punizioni in genere – diventino serie. Il calcio italiano è quel non-luogo in cui se 500 persone fanno buuuuuuuuu o espongono striscioni da infamia in stadi della massima serie non succede nulla. Se invece uno spilungone nel tunnel degli spogliatoi dice “E’ una vergogna” si becca due giornate. Il problema, diciamo, è la certezza del diritto, dove “diritto” è una parola grossa, e purtroppo anche “certezza”.

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RAZZISMOultima modifica: 2013-01-03T16:10:00+01:00da admin
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