WIMBLEDON

59 PARI
59.jpg
Sì sì, voi guardate pure il Ghana e la Germania, gentaglia che siete. Bastava fare zapping per imbattersi nel match più incredibile della storia del tennis, finito alle 21.08 ora di Londra. Anzi, no: non finito, 59 pari al quinto set. Oggi pomeriggio si ricomincia: e dopo 10 tonde di gioco – record di tutti i tempi polverizzato, precedente 6 ore 33 minuti) magari  basteranno due cazzo di game e sarebbe una beffa atroce.

Isner (Usa) lo conoscevo più che altro perché è il più alto del circuito (2.06) e spara bombe di servizio a raffica, che a Wimbledon sono sempre un bel vantaggio. Mahut (Francia) non l’avevo mai visto nè sentito, e in fondo perché avrei dovuto? Questi due bellimbusti si sono messi a giocare martedì: sospeso per oscurità dopo 2 ore e 54, i primi tre set giocati e il quarto quasi finito. Hanno ripreso mercoledì: il quarto set (come il terzo) finisce al tie-break e sono due set pari. A questo punto inizia il set più pazzo del mondo, che dura 7 ore (da solo, questo quinto set sarebbe stato comunque record all time di durata e di game giocati) e non finisce. Perchè ormai barcollanti, affidandosi più che altro al servizio (quasi 100 aces a test, altro record ovviamente, il precedente era 78), sparacchiandosi addosso con uno sfinimento e una disperazione densi di complicità, Isner e Mahut si sono arresi solo all’oscurità, allucinati da sette ore di bombe e controbombe, 7 ore di gioco in cui ci sono stati solo 4 match point (tutti per l’americano) e poi solo una estenuante gragnuola di servizi e di erroracci (provate voi a giocate 7 ore) che avrebbe fiaccato chiunque.

Ma non Isner e Mahut.

John Isner, che sembra un bambinone scala 2:1 cresciuto ad hamburger e patatine, peraltro è il numero 19 del mondo. Come gli sia capitato sulla strada questo Nicholas Mahut, numero 148 in vena di scherzi, non è ancora dato di sapere nelle pieghe di un ordinario destino. Ho invidiato queste due persone fino all’ennesima potenza. Erano lì, sul campo numero 18 di Wimbledon, l’erbetta che comincia a bagnarsi di rugiada, circondati da persone incredule dello spettacolo a cui assistevano, e andavano avanti, avanti, avanti. Mi è venuta in mente una partita (?) giocata con il mio amico Turs  (che manca a questo mondo da ormai 15 anni) una sera d’estate a Salice Terme, campo in terra nel parco semicustodito. Avevamo prenotato dalle 19 alle 20, alle 19.50 il semicustode se ne va (“chiudete voi”) e noi andiamo avanti, avanti, avanti. Finchè a un certo punto – verso le nove e mezza – lo scongiuro: dai, basta. Non vedevo più nulla – solo un’ombra bianca dall’altra parte, che immaginavo fosse Turs – e non c’era nemmeno la luna.

Quando sul 59 pari (59 pari!) i due si sono incontrati a metà campo e si sono accordati per andare a fare la doccia, beh, avrei fatto invasione di campo e li avrei abbracciati, e probabilmente li avrei pregati di continuare: come si fa ad andare a dormire sul 59 pari al quinto set? Come si può dormirci sopra, a parte per quella stanchezza immane che li avrà catturati? Cosa staranno facendo, in questo momento, quei due? Avranno preso sonno? Boh. E domani, come si sveglieranno? Quanto sarà a pezzi la loro schiena? Quanto saranno dure le loro gambe? Quanto andranno avanti nel torneo, dopo una sfacchinata del genere?

Comunque lode a loro, al loro braccino e al loro controbraccino. Isner serviva per primo, Mahut ha servito 54 volte (54 volte!) per rimanere nel match. Come usciranno da questa partita? Oppure: cosa farà mai più paura a questi due? Uno vincerà, questo è chiaro, anche se non si sa quando e come. Ma entrambi passeranno alla storia.  Anzi, ci sono già (anche questa è una cosa rara) ben prima di avere finito di giocare. Non succederà mai più una cosa del genere, o magari tra settecento anni. Come se Bob Beamon, quel pomeriggio a Città del Messico, avesse saltato in lungo 11 metri. E voi state a guardare la Germania e il Ghana. Ma cosa avete nel cervello, la segatura?
mahut.jpg

WIMBLEDONultima modifica: 2010-06-24T02:13:00+02:00da admin
Reposta per primo quest’articolo