FROCI

PAONE, SE LO CONOSCI LO EVITI

Stamattina mi alzo bello bello per scrivere un post sulla questione Cassano/froci/Cecchipaone, ma prima lancio la consueta occhiata alle mail e sento plin, posta in arrivo 1, apro, mi scrive un certo Beppe (uso un nome di fantasia così non creo danni) e riassumo qui di seguito la mail, civilissima e molto amareggiata:

Senti un po’ Roberto, ho letto i post dedicati alla morte del tuo amico, però non ho potuto fare a meno di leggere “ti aspetto alle 15 per un buon caffé” sarà un po’ da froci… (frase tua), “nonostante sia bbilanista e pure gay” (il Gaggio) “Basta con ‘ste moine da finocchi” (Tagnin). E insomma, Settoruccio, altre cose del genere ne avevo lette in molti altri post fortunatamente meno drammatici di questo. A un gay come me (e che vive male la propria condizione) certe frasi fanno male, e non ci vedo nulla di diverso dal simpatico sproloquio del fantAntonio nazionale di ieri. Scusa lo sfogo. Normalmente per concludere avrei scritto “un abbraccio”, ma probabilmente è da froci pure questo, e allora chiudo così. Con immutata stima. Beppe

Ci sono rimasto un po’ maluccio. A Beppe bevendo un caffè  ho risposto così, riassumendo:

Hai ragione, e mi scuso. Il mio “froci” però era contestualizzato, l’ho scritto un post buttato giù poche ore dopo la morte del mio amico, un post che non voleva essere retorico e piagnucoloso, come se io e il mio amico ci stessimo parlando tra vivi, tra maschi, tra cazzoni che si prendono in giro, che si mandano affettuosamente affanculo e che magari si danno del frocio cosí, con quella leggerezza con cui si dicono parole senza senso. A volte mi dimentico che non sono a casa del povero Pier che un giorno mi invita per il caffè e mi accoglie in cravatta e io, cosí, invece di dirgli “sei matto?” gli dico “sei diventato frocio?”, ma che sono in un blog che leggono tante persone e quindi dovrei pensare di piú a quello che scrivo. Ma non voglio pensare mai troppo a quelle che scrivo, non sarebbe la stessa cosa. Se mi conosci almeno un po’, attraverso i miei post, puoi immaginare come io possa essere tutto, compreso un cazzone all’ennesima potenza, ma non omofobo o razzista.

Ma già che c’ero, ripensando al mio desiderio di scrivere qualcosa sulla questione Cassano/froci/Cecchipaone, ho preso la palla al balzo. Non ho inviato subito la mail, ma ho iniziato un altro paragrafo, così:

A proposito, posso chiederti un parere in anticipo, Beppe? Perché pensavo di fare un post su Cassano e Cecchi Paone e quello che pensavo di scrivere non é tanto diretto a censurare Cassano, che ha una statura intellettuale pari a zero (gli chiedi se ci sono degli omosessuali in nazionale, cosa pretenderai mai che ti risponda uno come Cassano?), ma a censurare Cecchi Paone e questa sua continua “spettacolarizzazione” dell’omosessualità che non mi sembra renda un gran servizio alla causa. Ha scritto un libro sugli omosessuali nel mondo dello sport, e va bene, puó avere un senso, puó essere interessante. Ma a chi interessa la conta dei presunti omosessuali in questa o quella nazionale? A chi interessa se Cecchi Paone ha avuto una relazione con questo o con quello? Voglio dire, anni fa ha fatto un coraggioso coming out, occhei: ma perché adesso si comporta così? Perché deve fare sapere che tromba e, peggio, chi tromba? E perché vuole farci sapere che ne ha trombato uno su 23, che è un ambito piccolo, e fare sapere una cosa in un ambito così piccolo è un comportamento scorretto e pelosissimo? Ho provato a pensare alla stessa situazione applicata su di me. Se io fossi noto come Cecchi Paone e un giorno dicessi alla radio: mi sono scopato due fighe della nazionale di pallavolo, tre invece sono lesbiche e una non si depila le ascelle, ma dico, che figura ci farei? E Cecchi Paone non ha detto in fondo la stessa cosa? Io penso che alimentare della inutile morbosità sia un grave danno. Cosí come il giornalista che in confstampa chiede a Cassano (Cassano! un animale!) di commentare le dichiarazioni di Cecchi Paone… forse dopo questa cosa ci sono degli omofobi in piú, non credi?

Un’ora dopo Beppe mi ri-risponde:

Scusami tu per lo sfogo, so perfettamente seguendoti da molto che hai qualche neurone in più di Cassano :-)) Su Cecchi Paone sfondi una porta aperta, è vergognoso il suo utilizzo strumentale dell’omosessualità per meschini e personalistici fini, lo accomuno a Giovanardi in questo. E aggiungo che come moltissimi di noi non amo particolarmente i pride(s) che sembrano il Carnevale di Viareggio dei froci (e stavolta la parolaccia la dico io) (tra amici si può) (le parentesi multiple le ho imparate da te)… In Italia se sei ricco e famoso tutto è permesso, compreso essere gay, agli altri è tutto vietato. Populista da quattro soldi? Forse, ma per me che lavoro nella pubblica istruzione è ancora più difficile uscire allo scoperto (termine orrendo, che presuppone una colpa. Ma di che?). Nonostante non viva in un paesello dell’Aspromonte o a Roma (dove ogni tanto qualche simpatico naziskin per ingannare il tempo va a sprangare qualche ricchione) ma in una cittadina lombarda, la sbagliatissima associazione gay=pedofilo è radicatissima pure qui. Quindi massacra pure Cecchi Paone, hai tutto il mio sostegno e dei molti nella mia scomoda situazione. Stavolta posso dirlo, ti abbraccio e grazie. Ero certo che avresti risposto.

A questo punto saluto Beppe e lo ringrazio calorosamente: mi ha anche risparmiato la fatica di scrivere un post.

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