PIDIELLE

SPEGNI E RIACCENDI

Tra indagati, condannati, ingabbiandi e scissionisti, parrebbe che il partito di governo abbia un qualche problemino. Ma è il 30 luglio e tra poco suonerà il gong, magari se ne riparla a settembre sempre che ci sia spazio in agenda e anticipando l’arrivo di un ottobre in cui si dirà che ormai è Natale e allora aspettiamo gennaio. Ho una calma serafica. Non ci posso fare un sega. Niente. Posso solo stare a guardare. Il problema del resto è un po’ più a monte. Per dire: le vuvuzela hanno rotto il cazzo ma tutti ne hanno desiderata una, e il Jabulani faceva cagare ma ne hanno venduti 30 milioni di pezzi. Il problema, insomma, è il genere umano. Berlusconi e Fini ne sono soltanto una conseguenza. Una cosa però la voglio dire:

sono stufo, mentre mangio, di essere guardato da Quagliarello.

Capezzone occhei, ci ho fatto l’abitudine: di solito cambio canale o sopprimo un rutto e mi distraggo. Ma Quagliarello no, Quagliarello è anche peggio. Capezzone lo guardi e pensi a quand’era radicale e ti mette allegria. Quagliarello entra e non chiede permesso. Lo guardi e lui ti guarda. Parla e ti fissa, e fin qui lo fanno in tanti. Ma lui lo fa con uno sguardo sprezzante. Probabilmente è solo una smorfia, una posa involontaria, ma il prodotto non cambia. Ti fissa e dice:

“bla bla bla la situazione bla bla bla lo stillicidio bla bla bla la solidità bla bla bla: avete capito, pezzenti?”

Oh, pezzente a chi?

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