DITO NEL CULO

JOY OF FOOTBALLISTIC ASSFINGERING

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Al signor Presidente della Federcalcio iraniana

e, p.c.,

al dr. Mahmud Ahmadinejād

alla Corte internazionale di giustizia dell’Aja

a Striscia la Notizia

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Signor Presidente,

le scrivo in relazione ai recenti fatti accaduti durante la partita di giuoco calcio tra Persepolis Tehran e Damash Gilan, che sono riprodotti in questo video e che stanno facendo discutere la comunità calcistica mondiale. Com’è noto, dopo un gol del Persepolis, nel crocchio di giocatori che si stavano abbracciando, il nazionale iraniano Mohammed Nasrati ha infilato un dito nel culo del compagno di squadra Sheis Rezai, gesto immortalato dalle telecamere e riprodotto in tutto il mondo. L’esultanza è stata definita “maleducata e immorale”, e ha determinato una decisione molto dura da parte della Vs. Federazione, che ha sospeso a tempo indeterminato Nasrati e per due giornate Rezai, riducendo a entrambi del 15 per cento lo stipendio.

Ora, signor presidente, partirei proprio da quest’ultima decisione: perché due giornate a Rezai? Qual è la motivazione? Per avere messo il culo a disposizione di un compagno che voleva esultare infilandoci un dito? E’ di tutta evidenza che Rezai non è per nulla complice del gesto: quando Nasrati gli infila un dito in culo, come si evince in modo inequivocabile dal filmato, egli reagisce con un colpo di reni che ricorda lo “scorpione” di Higuita. Insomma, non gli è piaciuto che un compagno gli infilasse un dito in culo, anzi, ne è rimasto sorpreso, tanto da reagire con un istintivo moto di sconcerto, quasi di rifiuto. E quindi, signor presidente, la morale qual è? Che se io, anche palesemente non consenziente, mi sento mettere un dito in culo da chicchessia vengo squalificato per due giornate? Si renda conto, signor presidente, che questa interpretazione sul “dito in culo per esultanza calcistica” – che nell’International Board è identificato come “Joy of footballistic assfingering” – si presta a interpretazioni distorsive e a conseguenze immani. Per esempio, per danneggiare un compagno di squadra (facendogli perdere per squalifica due giornate e il 15 per cento dello stipendio) mi sarebbe sufficiente infilargli un dito del culo durante un’esultanza. Mi consenta, ma tutto questo è pazzesco.

Ma, signor presidente, mi lasci spezzare una lancia anche a favore di Nasrati, che per 11 anni ha vestito la maglia della nazionale del vostro Paese e che ora, per avere infilato un dito del culo di un compagno, si vede sospeso a tempo indeterminato oltre che ridotto nel suo stipendio. Trattasi, a mio avviso, di decisione sproporzionata. Concordo con la Vs. Federazione che infilare un dito nel culo a un compagno in favore di telecamera non è esattamente un comportamento raffinato. E sicuramente dare l’impressione che in una certa squadra si esulti infilandosi dita nel culo è certamente lesivo per l’onore e la rispettabilità della squadra medesima. Ma bisogna anche considerare l’estrema giocosità del gesto (in fondo tra il dito e lo sfintere – cioè il culo – ci sono pantaloncini e mutande, due barriere tessili che impediscono al dito di entrare nel culo e quindi di configurare in termine del tutto reali e sostanziali l’atto di mettere il dito nel culo) e il contesto, cioè l’esultanza dopo un gol importante (il Persepolis giocava in trasferta) tra gente che si abbraccia, si bacia, fa la doccia insieme, fa vita sociale dentro e fuori lo stadio e quindi, in un clima di estrema confidenza e cameratismo, può ligittimamente concedersi l’innocente eccesso di infilare un dito nel culo al compagno che esulta.

Anche in Italia, dove la pratica di mettersi un dito in culo in segno di esultanza è del tutto marginale, abbiamo avuto un caso similare che ha coinvolto due giocatori del Milan, Cassano e Strasser. Cassano – per cui tutta l’Italia oggi è in ansia per un grave problema di salute che tra l’altro riguarda un buco, ma non del culo – durante un analogo crocchio di esultanza infilò un dito nel culo del giovane Strasser. Interrogati sulla vicenda, i due avevano giustificato la messa del dito in culo come un atto di simpatia, di confidenza e nel contempo di nonnismo. Nessuno è stato squalificato (tantomeno Strasser), a nessuno è stato decurtato lo stipendio e nessuno ha messo in dubbio la moralità e l’orientamento sessuale dei due individui, che con disinvoltura hanno parlato dell’intrinseca simpatia di infilarsi un dito in culo.

Nei primi articoli susseguenti la vicenda iraniana si parlava brutalmente anche di frustate. Mi sembra ora che la tendenza repressiva si stia limitando all’ambito sportivo e professionale. Ciononostante sono a chiederle la totale assoluzione di Rezai, che non ha offerto nessuna complicità alla decisione estemporanea del compagno di infilargli un dito nel culo, e la massima clemenza possibile nei confronti di Nasrati, cui una breve squalifica e una pubblica censura sarebbero misure sufficienti a convincerlo che quando si esulta non bisogna infilare un dito nel culo altrui.

Grato per l’attenzione

rt