PAROLE

CACCIAVITI E GOBBI

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Paolo Maldini, intervista di oggi a Gazza e Corrierone 

”Non lo so perche’ mi hanno rovinato la festa, davvero non lo so. Ho sempre avuto un comportamento lineare, seguendo i miei ideali e rispettando tutti. Non ho frequentato gli ambienti dei tifosi, ma non per snobismo: per il cognome che porto ho sempre dovuto dimostrare qualcosa. E allora ho voluto essere giudicato solo per quello che davo in campo”.

”Mi ha deluso il silenzio della societa’: non mi e’ piaciuto che non abbia preso posizione. Non c’e’ stato neanche un commento: dal presidente in giu’, nessun dirigente ha detto una parola. Io saro’ un idealista, ma credo che una societa’ come il Milan si debba dissociare da certi episodi”.

”La mia reazione e’ stata istintiva, e quindi  forse sbagliata. Ma e’ stata dettata dal momento: io ero un uomo ferito. E’ stata la risposta ad un’azione premeditata da giorni, mesi e forse anni. Io sono un uomo con sentimenti e debolezze”.

“E’ innegabile che io sia milanista e che abbia dato tutto per la maglia rossonera. Malgrado questo, sono stato contestato piu’ volte. Pero’ sono cose che mi hanno fatto crescere: io ho maturato una liberta’ intellettuale e di espressione a cui non rinuncero’ mai”.

”Gli episodi di contrasto veri sono due. Il primo al rientro da Istanbul dove, pur perdendo avevamo giocato una finale stupenda, nettamente meglio del Liverpool. All’aeroporto siamo stati contestati: ‘Dovete chiederci scusa’. Io giocavo da una vita e dovevo chiedere scusa a un ragazzo di 20 anni? E poi scusa di cosa? Di aver perso una perso una partita giocata in modo straordinario? Per inciso, quella sera il Liverpool ci surclasso’ a livello di tifo. All’aeroporto volarono parole grosse e rischiammo lo scontro”.

”Il secondo a Montecarlo, Supercoppa 2007: gli ultra’ non tifarono e non permisero  che qualcuno ci incitasse. E anche in campionato per alcuni mesi giocammo in un clima surreale”.

”I tifosi non li ho mai insultati tranne all’aeroporto al ritorno da Istanbul. Comunque l’episodio di domenica scorsa ha tracciato una linea ancor piu’ netta fra me e loro”

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Danilo Nucini, ex-arbitro, deposizione di ieri al processo su Calciopoli

”Se sbagliavi a favore della Juve arbitravi in serie A, se sbagliavi contro la Juve arbitravi in B”.

”I problemi si evidenziarono soprattutto in occasione di una partita Juve-Bologna quando, a 9 minuti dalla fine, assegnai un calcio di rigore alla squadra emiliana che Cruz tiro’ fuori. Bergamo mi disse che se il rigore di Cruz fosse entrato avrei finito la carriera. Al raduno di Coverciano fui rimproverato dai designatori, Pairetto e Bergamo, ed ebbi una sospensione di 40 giorni e il campionato successivo arbitrai solo in B”.

“Un’altra contestazione mi fu mossa da Pairetto per non aver ammonito l’interista Di Biagio durante un Inter-Udinese finito 2-1. La stagione successiva, in serie B, dopo un Napoli-Ancona 1-2, negli spogliatoi ho incontrato Luciano Moggi che mi ha detto ‘complimenti, ci vediamo presto’. Decisi di preparare una sorta di diario in cui annotavo i giudizi positivi espressi dai designatori in partite in cui registravo errori a favore della Juve o a svantaggio delle avversarie. Giudizi che, nei casi opposti (errori contro Juve o a favore di rivali), erano invece negativi. Chi ascoltava le sirene andava in alto”.
 
“Di questa situazione parlai con Giacinto Facchetti, di cui ero amico, e lui era incredulo, non pensava che succedessero queste cose. Su suo suggerimento, tentai di informarmi nell’ambiente arbitrale su chi fosse Mariano Fabiani, ex ds del Messina ritenuto molto legato a Moggi. Ci furono reazioni imbarazzate, poi l’arbitro De Santis mi ha detto che se si voleva fare la serie A si doveva passare attraverso Fabiani e Moggi”

“Ho incontrato Fabiani, che mi ha assicurato che avrei arbitrato di nuovo in A e mi ha messo in contatto prima telefonicamente con Moggi (”staitranquillo, ascolta quello che dice Fabiani e ci pensiamo noi”) e poi di persona, organizzando un incontro in un albergo di Torino. Moggi in quella circostanza ha rassicurato che ‘Nucini deve essere trattato bene, valorizzato e mandato in serie A’.  In quella occasione, ho sentito Moggi che chiamava Bergamo e chiedeva al designatore di non mandare Dondarini ad arbitrare la partita della Juve. Fabiani mi ha consegnato una scheda telefonica raccomandandomi di utilizzare tale scheda per parlare solo con lui e di non fare telefonate a persone diverse. Ho informato Facchetti dell’incontro, gli ho detto della scheda sim di cui mi sono poi disfatto”.