DOPING OGGI

FRANZA O SPAGNA (E’ UN MAGNA MAGNA) 

Riccò è un pirla. Non tanto per il fatto di essersi dopato (pagherà il dovuto, cazzi suoi), quanto per essersi costruito addosso il personaggio dello spacconcello vincente sapendo di barare, con zero rispetto per tutti – avversari, compagni, pubblico – e  una faccia di tolla fuori dal comune. Lo sport non se ne fa un cazzo dei Riccò, e non ci mancherà così come non ci è mancato Basso per due anni, lui e le sue confessioni a rate, ti dico non ti dico. Begli esempi. Giusto il tempo di elevarli agli altari che si scoprono bombati fino all’orlo.

Ma visto che siamo in argomento, e mi sento bello carico, perchè non parlare della Spagna? Uh, la Spagna. Questa simpatica e pittoresca nazione, simbolo della rinascita (politica, storica, economica e ora anche sportiva), che quest’anno sta facendo incetta di ogni cosa: Europei di calcio, Wimbledon, Giro, Tour. Che facciamo, ci mettiamo la mano sul fuoco? O buttiamo qua e là qualche salutare dubbio, invece di mettere aureole a destra e manca? Partiamo dalla fine, cioè dal Tour. Un ex-gregario di 33 anni con 5 vittorie in carriera (una ogni due anni abbondanti) che vince la più importante corsa a tappe del mondo, voglio dire, non è come minimo un po’ strano? Assodato che del ciclismo e dei ciclisti è ormai impossibile fidarsi, vogliamo un attimo parlare della Spagna?

La simpatica Spagna, teatro dell’operazione Puerto e di tutto ciò che ne è conseguito, per me è soprattutto un Paese dove la lotta al doping è – come dire – un pochino più blanda che altrove. E quindi questo mi autorizza a pensare male. Persino la farlocca Italia ha imboccato la strada del rigore più assoluto, al limitare della gogna. La Spagna no.  Ripensi a certe epoche recenti: chi si ricorda quando la “scuola spagnola” esplose nel mezzofondo e a livello europeo facevano incetta di medaglie? Una generazione scomparsa così come era arrivata, tutti insieme, puff? E questi tennisti paranormali? A mazzi, ne escono. Perchè la Spagna produce infornate di tennisti tutti uguali (terribilmente atletici ed esplosivi) e noi no? E perchè se dici a un ciclista “cazzo, siete tutti bombati” lui ti risponde “perchè, cosa credi che avvenga negli altri sport? Solo che a noi controllano anche quante volte trombiamo”. E se li incalzi, ti dicono: “Per esempio, il tennis”. Già, il tennis. Dalla pallacorda a oggi ne avranno squalificati tre. Secondo me siamo circondati da centinaia di Riccò – giovani, belli e spavaldi – e noi stiamo lì come degli ebeti a pagare l’abbonamento a Sky Sport. Lo spettacolo deve continuare: cambiare il bouquet è troppo complicato.

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