DOPO INTER-LAZIO

SUPERCIPPA

Sono della vecchia guardia e di sani principi, e quindi perdere una partita secca e valida per l’assegnazione di una pur farlocca coppetta mi provoca un movimento rotatorio e centripeto degli zebedei. La solfa “sì, ma come abbiamo giocato bene” in queste situazioni non mi soddisfa nè il morale nè la fantasia. Per non dire del “sì, ma quanti gol che abbiamo sbagliato, uh quanto abbiamo creato”, che mi lascia l’animo leggero per alcune evidenze ma un pesante rimpianto per certe altre.

Del resto, è anche vero che per una Supercoppa giuocata a Pechino (minchia, Pechino) l’8 agosto non ci si può/deve fare il sangue amaro. L’8 agosto. Di solito l’8 agosto non si è nemmeno giocato il Tim e il Birra Moretti, figuriamoci una Supercoppa. Prima partita ufficiale dell’anno l’8 agosto, giorno da bollino nero: l’8 agosto mezza Italia non era in vacanza, ma ci stava andando. L’8 agosto: ma dove andremo a finire? Con la scusa dei Mondiali, degli Europei o dei sticazzi i signori di questo calcio-escort ci faranno giocare supercoppe a fine luglio a Toronto, Yokohama, Forte dei Marmi, Papeete Beach, Piazzale Ikea Cinisello Balsamo o magari a Dubai, sotto quel capannone dove sciano mentre fuori ci sono 50 gradi, riproducendo una serata d’inverno e nebbia con il pubblico che si tira le palle di neve.

Benchè ci si sforzi tutti (compreso lo Specialone) di tirare conclusioni, a me il 9 agosto non ne vengono di particolarmente approfondite. L’8 agosto può capitarti di perdere 4-1 come la Juve o vincere 7-1 come la Roma, di vincere 3-1 come avremmo meritato o di perdere 2-1 come è accaduto contro la logica di quanto si è visto. Se non fosse che alla seconda giornata c’è il Milan invece, chessò, del Siena o del Livorno, staremmo tutti qui a pensare a un campionato che inizia di fatto a metà settembre, cioè tra un mese abbondante. Per me le partite dell’8 agosto hanno un’importanza e un’attendibilità molto relativa, che siano ufficiali o meno. Avessimo vinto 2-1, invece che perso, non sarei qui a fare lo sborone o a denudarmi sul cornicione gridando “Campioni”, cose che faccio abitualmente in tarda primavera. Avrei aggiornato la colonna a sinistra, questo sì, con bambinesca voluttà.

La cosa più evidente della partita con la Lazio, per me, sta qui sotto. Nella foto. Dove vedo un’Inter con quattro facce nuove, più un Muntari che in fondo è seminuovo e che potrebbe essere lì come un cartonato in attesa che qualcuno prenda il suo posto. Vedo cioè una squadra detentrice rifatta quasi per metà, senza un meraviglioso spilungone ma con una serie di personaggi che mi piacciono assai. Ho intravisto cose belle che mi lasciano intuire che potremmo divertirci parecchio. Non mi sarebbe dispiaciuto far scricchiolare la bacheca, ma se proprio era necessario rinunciare a qualcosa direi che la Supercoppa (sospiro) va bene.

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