LAZIO-ROMA 2-1

CAGATA (FARE UNA)

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Osvaldo è alla Roma da un mese e mezzo. D’accordo che è stato un mese e mezzo intenso e positivo (trasferimento alla Roma, capocannoniere della squadra, esordio in Nazionale italiana, polemica con i leghisti), però è pur sempre un mese e mezzo. Osvaldo piace  ai romanisti e soprattutto alle romaniste, ma tutto questo – ribadisco – succede da una cinquantina di giorni e quindi, come avrebbe detto Steve Jobs, d’accordo, stay hungry and stay foolish, dear Oswald, but also stay schisc.

Chissà di chi è stata l’idea di quella maglietta affidata a Osvaldo. Magari dello stesso Totti, che era in tribuna. Pessima idea, comunque. Quella maglietta doveva restare un pezzo unico (“Vi ho purgato ancora”, derby dell’11 aprile 1999 con successiva bufera di polemiche) e comunque uno la immagina con Totti dentro, mica con Osvaldo, romanista da 50 giorni. Se Alvarez segnasse un gol e mostrasse la magliettà, chessò, “Madrid 22 maggio 2010”, a me verrebbe da dirgli: Riccardino, non so dove tu fossi quel fausto giorno, ma di sicuro non a Madrid. Stay schisc and pedalare. Il diritto di indossare la storia te lo guadagni col tempo, mica in 50 giorni.

“Vi ho purgato anch’io” quindi non è una gran maglietta. L’originale aveva provocato qualche tensione, la replica ha fatto cacare (a proposito di purga, tzè). Fare gol nel derby dopo 6 minuti e mostrare quella maglietta con 84 minuti da giocare, vabbe’, può essere un gesto temerario, ma anche sommamente stupido. Osvaldo poteva passare alla storia, e invece no. Prima che purghi la Lazio passerà ancora qualche mese, o forse qualche anno, o forse non la purgherà mai. E quindi, a pensarci bene, alla storia ci passa comunque: la più grossa figura di merda in un derby della capitale. Non hai purgato un cazzo, ma il focus resta il culo: è dove devi metterti la tua maglietta, a bellicapelli.