FRANCIA-IRLANDA

IL LODO TRAPATTANO

0KTBVVZF--300x145.jpgRiesco ancora a stupirmi. Il fanciullino che è in me viene avvinto (come l’edera) da certe questioni che riempiono giornali e siti come se fossero vere o anche solo verosimili. Il mondo discute di Francia-Irlanda come se le regole del calcio non fossero mai state scritte, ma frutto di simpatiche consuetudini che cambiano sfumatura a seconda che si giochi a Tonga, nelle Isole Faroer o, appunto, in Francia. Come se non esistesse un International board, e come se non si giocasse a calcio da un po’ più di un secolo seguendo più o meno sempre le stesse norme (si gioca con i piedi, in undici contro undici, su un prato lungo cento metri con due porte larghe sette eccetera), vedo che gente altolocata (addirittura il primo ministro irlandese e il piccoletto che si tromba Carla Bruni, sì, dai, vabbe’ mi sfugge il nome) discute di ripetizione della partita perchè l’arbitro ha sbagliato e perchè Thierry Henry è una faccia di merda.

Ora, va detto per onestà intellettuale che come interista seguo la vicenda con un secondo fine fin troppo evidente. E’ ovvio che se passa il principio che per un errore dell’arbitro si ripete la partita, e se come ulteriore conseguenza passasse anche il sacrosanto principio di retroattività, l’Inter comincerebbe il prossimo campionato con due (o forse tre) stelle sulla maglia, mentre la Juventus avrebbe un buco nella casacca, in culo alla chimera dolosa della terza stella, e dovendo discutere a Norimberga se lasciargliene una o inviare tutti direttamente alla Cayenna.

giovanni-trapattoni.jpgMa che il mondo del calcio stia discutendo di una cosa che non esiste, davvero, mi lascia basito. L’arbitro ha sbagliato, Henry ha fatto quello che migliaia di giocatori hanno fatto nella storia del calcio – il furbo – , et voilà. Certo questa cosa è accaduta in una situazione-limite: nei tempi supplementari di uno spareggio per i Mondiali. Un conto è fare fallo di mano in Arsenal-Sailcazzo di Coppa di Lega, un conto è stravolgere il corso degli eventi di una partita dentro-o-fuori. Nemmeno del tutto, peraltro: si sarebbe andati ai rigori e forse quegli scarponi degli irlandesi avrebbero perso lo stesso centrando pali, traverse e il busto del portiere. Però, certo, è una brutta cosa. Ha anche rovinato una piccola favola: la grezza Irlanda che si incula a sangue quelle merde dei francesi a casa loro, cazzarola, era di per sè un magnifico spettacolo di vita e di sport. L’Irlanda meritava di vincere, ma ha sbagliato qualche gol. La Francia meritava di uscire a calci in culo, ma con un gol irregolare va avanti. E’ brutto, ma è così.

henry.jpgInvece di stare lì a discutere di cose impossibili, i regnanti del calcio dovrebbero casomai far fruttare il mezzo televisivo per punire esemplarmente Henry. Quante partite teoriche ci sono in un Mondiale? Sette? Ecco: sette giornate di squalifica. L’arbitro e i suoi collaboratori, come spesso accade, possono non avere visto quello che è successo in campo. Ma le settecento telecamere accese in quel momento sì, hanno visto tutto, e abbiamo visto anche noi. La manipolazione della palla è stata eccelsa, quasi da playmaker. Poi il gol, l’esultanza, la negazione dell’evidenza (anche da parte dell’inguardabile Domenech), le scuse tardive. Sette giornate di squalifica, bòn. La Francia va ai Mondiali, ma Henry stia a casa. Altrimenti – vista la facilità con cui ci si riempie la bocca di frasi su violenza, fair-play e correttezza – sarà la solita occasione persa. Del resto il calcio è questo: due giornate a Materazzi per avere colpito Zidane con lo sterno, sei giornate a Burdisso per avere colpito a nasate le nocche di Navarro, beh, non sono mica battute di Settore.