INTER CAPOLISTA

ESIGENTI DENTRO

Negli ultimi quattordici campionati, da quando cioè sono stati introdotti i tre punti, non era mai capitata una classifica così corta, e i 24 punti dell’Inter sono uno degli score più striminziti per una prima in classifica (solo tre volte in precedenza si era fatto peggio: due volte 22 e una volta 23). Ci sono otto squadre in quattro punti, che di per sè è un dato sorprendente. E che diventa ancora più sorprendente se si considera che tra queste otto squadre manca la Roma, che nelle scorse stagioni era stata l’unica vera avversaria dell’Inter. Insomma, il quadro è questo: negli ultimi due campionati l’Inter ha avuto sostanzialmente una sola avversaria, la Roma. Quest’anno – all’undicesima giornata – ne ha di fatto sette, e la Roma non c’è.

All’insegna del “tutto è relativo”, bisogna fare un po’ di considerazioni. I cosiddetti scontri diretti, che l’anno scorso erano sei (i doppi match con Roma, Juve e Milan, queste ultime più per convenzione che non per urgenza di classifica), quest’anno rischiano di essere sedici (continuando a considerare la Roma, che prima o poi risalirà). E sotto questo aspetto – diciamolo subito – il girone di ritorno sarà ben peggio di quello d’andata (nel momento-chiave avremo le due trasferte consecutive di Torino e Napoli). E’ un campionato molto più equilibrato degli ultimi: basti pensare a come si è rinforzato il Milan, e a come la Juve è venuta fuori alla grande da un momento difficile giocando (e vincendo sempre) con la squadra B. Tutto questo ci deve imporre un po’ di cautela, però anche nell’esaminare i difetti dell’Inter: se abbiamo 22 punti invece di 33, voglio dire, una ragione c’è. E anzi, il fatto di essere comunque primi, avendo giocato 6 trasferte su 11 partite, è un fatto da leggere al positivo. Lo scenario degli ultimi due tornei (noi superiori, la Roma unico vero contraltare, gli altri avversari a massacrarsi tra di loro) non è più riproducibile. Il campionato è cambiato, ci sono squadre più attrezzate, la media è tornata ad alzarsi verso l’alto, ed è meglio così (o preferivamo la trecentesima replica di Inter-Roma spalmata su qualsiasi competizione?).

Detto questo, non vedo perchè dovremmo metterci le fette di bologna sugli occhi e fare finta che tutto vada bene, come se fossimo primi a punteggio pieno, con un’enormità sulla seconda, con una situazione di spogliatoio idilliaca al limite della melassa, con un allenatore benevoluto al mondo e ai suoi stessi tifosi, con giocatori tutti in forma smagliante, con nuovi acquisti convincentissimi, con schemi perfetti che ci portano a creare duecento palle gol a partita e lasciano inoperoso il portiere.

Non è così.

Ieri, allo stadio, avevo di fronte una curva in lutto e un anello (il primo) fortemente critico. La festa è scattata al minuto novantadue, prima era un mezzo mortorio. Ho visto lapidare di default un ragazzo portoghese che non sta mantenendo il livello minimo di promesse. Ho visto tante gente andarsene con le palle girate a dieci minuti dalla fine. Ho visto un allenatore zittire il pubblico per un gol al novantaduesimo su calcio d’angolo: senza gol al noventaduesimo su calcio d’angolo, immagino che l’allenatore sarebbe stato mandato a cagare da un po’ di gente della tribuna rossa e la squadra sarebbe uscita tra i fischi, noi saremmo terzi in mezzo al gruppone e oggi ci troveremmo qui a scacciare i troll e i cattivi pensieri. Se è insensato fare il processo a una squadra prima in classifica,  mi sembra sbagliato far finta che non ci sia il minimo problema giusto perchè abbiamo vinto una partita a tempo scaduto (la seconda di fila, peraltro).

Diciamo piuttosto che: a) nonostante non si giochi granchè bene, b) nonostante lo schema preferito dal nostro allenatore non appaia il più adatto alla rosa a sua disposizione, c) nonostante i nuovi acquisti – diciamo così, con un elegante eufemismo – non decollino; d) nonostante la società si faccia trovare costantemente scoperta quando vengono fuori i casini; e) nonostante un allenatore che prende tutte le cose di petto; f) nonostante infortuni, turnover a sbalzi e ordinari intoppi,

beh, nonostante tutto questo siamo primi. Che è un modo per dire che siamo forti. Un modo un po’ tortuoso, ecco. Del resto – era inevitabile, dopo tre scudetti – la nostra soglia del dolore si è alzata. Forse un po’ troppo.

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INTER CAPOLISTAultima modifica: 2008-11-10T18:53:00+01:00da admin
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