MAL DI PANCIA

L’IBRA-ENTERITE

Non ho grande stima intellettuale della categoria dei procuratori, men che meno di quelli con l’aggravante del protagonismo e delle dichiarazioni alla Vito Corleone. Nel gradino sotto ci sono i calciatori legati ai procuratori da rapporti poco di sangue ma molto in cifre percentuali. La faccende del mal di pancia di Ibra la vivo così, con un certo fastidio. Più che altro perché un’Inter senza Ibra sarebbe un’altra Inter. Quest’anno, in particolare, sarebbe stata una squadra con qualche difficoltà in più, diciamo così. Questa Inter senza questo Ibra forse avrebbe rischiato il zeru tituli globale, e non ci voglio pensare. Vedo e rivedo il cucchiaio di ieri, una gioia per il cuore, e per il mal di pancia vada in farmacia anche senza ricetta.

Però la faccenda del mal di pancia va affrontata. Se ne vuole davvero andare? Preferirei che la ragione fosse davvero questa – andarsene tout court – , e non quella di tirare sul prezzo (è il più pagato d’Italia, cosa vuole in più?). Vuole andare in una squadra più galattica, più pronta a fargli vincere il Pallone d’Oro (vincere un Mondiale con la Svezia sarebbe un pochino più aleatorio), più disposta – già che c’è – al ritocchino (per lui e, in percentuale, per Raiola)? E allora prendiamo in condiderazione che se ne vada. Serenamente, per quanto si può. Alle nostre condizioni, e a quelle di mercato. Se Ibra se ne va e la fattura viene regolarmente liquidata, noi ci possiamo rifare la squadra come la vuole Mourihno e come la vogliamo noi. Molto più attrezzata in mezzo e rinvigorita davanti, un po’ sfoltita in generale e più a vocazione europea. Senza Ibra, però, certo. Senza Ibra. Cazzarola.

Ibra avrà anche il mal di pancia, però la colpa è un po’ sua. Vuole la Champions e il Pallone d’Oro, ma era lui che doveva trascinarci oltre l’ostacolo. Ha il mal di pancia come certi bambini, come dire?, un po’ pretenziosi. “Mamma, ho il mal di pancia”. “Scusa, ma quante fette di torta hai mangiato?”. “Ehm… quattro”. “Scusa?” “Cinque” “Eh, ma allora sei un coglione” (adoro queste mamme risolute). L’Ibra che si cura con automedicazione il mal di pancia è quello di ieri pomeriggio al minuto 58: che prende palla, se va in solitudine, guarda di sguincio il portiere e fa un cucchiaio da polluzione. E’ un Ibra che può fare a mano degli altri dieci. Ma capita di rado una situazione così, ed è più facile che capiti contro la Reggina sul 2-0 che non a Manchester con quei diavoli davanti.

Io spero che Ibra resti perché è il migliore, un giocatore fantastico. Ma se l’alternativa è sfracellarsi le palle e pronunciare mezze frasi ogni domenica, e a settimane alterne chiedere il pizzo alla società, e rimanere ostaggio delle paturnie, allora non facciamo prigionieri. Le cose belle durano poco, tranne l’Inter che dura da cento anni con gli Ibra, o nonostante gli Ibra.

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MAL DI PANCIAultima modifica: 2009-03-23T10:29:27+01:00da admin
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