VECCHIO PIEMONTE

A CHE PRO

Ai giornali torinesi, in questa settimana post-pasquale, la malinconica parabola della Juventus ha causato grossi problemi tecnici. Doveva essere la vigilia del match del secolo, da caricare a suon di titoloni a nove colonne, o magari diciotto, mentre in corso d’opera Juve-Inter è diventata la partita dalla quale la Juve cercherà di spremere tre punti per rintuzzare la rimonta del Milan. E siccome una partita valida per il secondo posto non tira per niente, sono rimaste paginate da riempire. Tuttosport ne impiega due o tre al giorno per la sua campagna anti-Ranieri, ormai giunta a livelli di violenza davvero inconsueti anche per un giornalaccio. Tuttosport non si limita a chiedere l’esonero di Ranieri, ma anche l’espatrio. E qualcuno – l’ala più dura del giornale – ne ipotizza una morte bianca, per poi scioglierlo con comodo nell’acido e disperderlo nottetempo nella Dora Baltea.

La Stampa, invece, oggi ha tirato fuori una vecchia e spassosa storia per comunicare anche alle giovani generazioni piemontesi che non è vero che la Juve è la squadra stronza per antonomasia, ma che l’Inter lo è dalla notte dei tempi, fin dal 1910, due anni dopo la sua fondazione. Stronzi da subito, anzichè falsi e cortesi.

Nel 1910 il campionato italiano di calcio (girone all’italiana tra nove squadre, un po’ meno della Scozia) si chiude con due squadre a pari merito al primo posto: l’Inter e la Pro Vercelli. La cosa adesso fa abbastanza ridere, ma la Pro Vercelli aveva appena vinto due scudetti, e avrebbe vinto i tre successivi (un campionatone, direi). Ma quell’anno lì, il 1910, c’è l’Inter a romperle i coglioni. La Pro Vercelli vince a Milano, ma nel ritorno l’Inter vince a Vercelli, tiè. Risultato: prime a quota 25, bisogna fare lo spareggio.

Lo spareggio, intanto, viene deciso che si disputi a Vercelli per miglior differenza reti. La Federazione, giusto per cortesia nei confronti dei bi-campioni, non decide la data d’ufficio ma ne propone tre: “Cià, sbrighiamocela tra amici. Volete giocare il 17 aprile, il 24 aprile o il primo maggio?”

Ora, questi cazzoni di Vercelli evidentemente si erano montati un po’ la testa. Gli assegnano lo spareggio in casa, e facciamo finta che sia giusto così, vabbe’. Ma poi si mettono a fare i difficili sulla data:

“Sentite, belli, noi ci abbiamo qualche problema. Del tipo: il 17 alcuni nostri giovani virgulti sono impegnati nel torneo scolastico, quindi nisba”.

“Torneo scolastico?”

“Stia zitto, bauscia. Il 23 abbiamo tre giuocatori convocati della rappresentativa del 53° Reggimento di Fanteria per la Coppa del Re: per il 24 non ce la possono fare, non hanno ancora inventato il pullman. Quindi decidiamo che si giuoca il primo maggio, festa dei lavoratori, e bòn”.

Ma l’Inter non accetta: “Potete andare a fare in culo. Noi il primo maggio abbiamo altri cazzi a cui pensare. Cioè, questi giocano in casa e poi decidono anche la data. Ma chi vi credete di essere, il Fulham?” La Federazione si riunisce e dà ragione all’Inter. Si gioca il 24 aprile. La Pro Vercelli fa l’offesa e schiera una squadra composta di ragazzi tra gli 11 e i 15 anni. L’Inter vince 10-3 e si aggiudica il suo primo campionato.

Secondo l’articolo della Stampa (titolo: “Quando l’Inter ci scippò lo scudetto”. Scippò?), la notizia che l’Inter l’anno prossimo festeggerà il centenario del suo primo scudetto con una maglia celebrativa “non è stata accolta nel migliore dei modi a Vercelli”. Cioè? Barricate, moti di piazza, tumulti? Boh, io non ho sentito niente. Aspetta che cerco “la cinque giornale di Vercelli” su Google. Niente. Vabbe’, ma non è questo il punto. Cosa c’entra l’Inter con tutto questo? Dovrebbero prendersela con la Federazione. Cioè, sono strafavoriti, mandano in campo i giovanissimi e se la prendono con noi. Questi di Vercelli sono strani. Il vicepresidente, che tra l’altro è interista, propone di organizzare un bel triangolare a Vercelli tra l’Inter, la Pro e il Palmeiras. “Come risarcimento”. Ma risarcimento di che, ahò?

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VECCHIO PIEMONTEultima modifica: 2009-04-15T15:01:00+02:00da admin
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