TWITTING FROM VILLAGE/2

LA TRISTE STORIA DELL’UOMO-LIBRO

“Non posso venire, devo leggere il libro. Mi sono portato apposta il libro e quindi leggo il libro”. Iniziava così una lunga estenuante trattativa tra una bimba dell’apparente età di quattro anni, che voleva semplicemente fare un castello di sabbia e poi un bagno, e il suo papà, una specie di centauro, mezzo uomo e mezzo libro, che voleva leggere il suo libro e nessuno poteva distoglierlo dal suo libro. Io davo le spalle alla famigliola, per cui a un certo punto sono stato colto da un duplice incontenibile desiderio:

a) guardare in faccia l’uomo-libro

b) guardare che libro fosse

Mimetizzandomi con la Gazza ho quindi focalizzato il primo obiettivo, l’uomo-libro. Leggeva ad alta voce. Cioè, sottovoce. Vabbe’, ci siamo capiti. Sembrava uno che leggeva per la prima volta un libro, o che aveva da poco imparato a leggere. Il prosieguo della mattinata sarebbe stato pesantemente condizionato dalle successive sentenze dell’uomo-libro. La bimba torna all’attacco, e lui risponde: “Devo finire il capitolo, se tu mi interrompi ci metto di più, e quindi poi non possiamo fare il bagno”. La bimba gli chiede il significato della parola “capitolo”. Lui spiega: cioè, praticamente è un gruppo di pagine. La spiegazione convince la bimba. Poi sento l’uomo-libro rivolgersi alla moglie: “E’ un libro culturale, mica una cazzata”. Pausa. “Cioè, non ho tempo per le cazzate nella mia vita”.

Ormai il desiderio di sbirciare il titolo del libro era devastante. Per fortuna l’uomo-libro si esibiva in altre chicche. La moglie gli ricorda che si avvicina l’orario del rancio.

“Odio gli orari. Non riconosco gli orari. Io do un appuntamento e dico: arrivo quando arrivo”.

Glielo spiegava alla moglie come se per la prima volta le parlasse di sè. E tecnicamente leggeva quel libro come se fosse il primo da quando aveva imparato a leggere. Al che mi sono chiesto:

“Ma questo, prima, dov’era?”

Un pensiero inquietante. Torna la bimba, lui non tratta e rinvia il bagno perchè il capitolo non è finito. La bimba bofonchia qualcosa che non sento, ma che probabilmente – fosse stata in possesso del lessico adeguato – poteva avvicinarsi come concetto a una frase che anch’io avrei sottoscritto in toto, e cioè

“Ma piantala con ‘sto cazzo di libro, mi hai rotto i coglioni. Scapperò di casa a 14 anni e ti manderò affanculo via mail”.

In realtà ha detto solo

“Argh!”

Poi mi sono distratto, leggevo di Benitez e della lobby gay che governa il calcio – almeno quello teutonico – e quando mi sono girato ho visto che la famigliola si era già avviata verso il ristorante, in culo alle teorie del non rispetto degli orari. Mi restano solo brandelli di indizi. Era un libro giallino, probabilmente di filosofia, probabilmente intitolato “L’arte di (non riuscivo a leggere, erano due righe di titolo), probabilmente scritto da una donna. E con tutto il bene che voglio alle donne, non comprerei mai un libro di filosofia scritto da una donna. Ho delle sacche di maschilismo, e una riguarda le donne filosofe. L’uomo-libro ha iniziato male il suo viaggio nel mondo inesplorato dei libri. La povera bimba ha ancora dieci anni davanti prima di mandarlo a cagare, ricordandogli di quando doveva finire una merda di capitolo di un libro culturale invece di alzare il culo dalla sdraio. (un’altra esperienza di spiaggia così e chiedo la rescissione del contratto)

TWITTING FROM VILLAGE/2ultima modifica: 2010-07-14T15:00:00+02:00da admin
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