NICOLA BERTI

UOMINI SOVRAPPESO

sangen.jpgNello stesso luogo in cui avevo reso omaggio al genio di Nagatomo e mi ero fratturato lo scafoide dando una pacca sulla spalla a Maicon, mi sono dato appuntamento con L. – l’uomo al cui confronto Zanetti sembra Simoncelli – per trascorrere una serata di beneficenza nerazzurra nel nome del caro Giacinto. Naturalmente, va bene la beneficenza e la fondazione Facchetti, ci mancherebbe, vanno benissimo, l’Inter è un sentimento, ma una serata da club nerazzurro gira pur sempre attorno a quella tensione infantile che si risolve nella stessa estenuante domanda:

“Chi viene?”

Rivolgiamo la domanda a un alto dirigente del coordinamento lombardo che ci dice in confidenza:

“Un cazzo di nessuno”.

Come nessuno?, faccio io accorgendomi che dietro l’alto dirigente c’è Mariolino Corso, che mi guarda perplesso. Nessun giocatore? Nessun giocatore contemporaneo, intendo? No, nessuno. Vabbe’, certo, una settantina sono sparsi per il mondo con cinquanta nazionali diverse, ma ad Appiano corre voce che siano rimasti pezzi da novanta, anche se al limite della rottamazione. Ma ormai è certo, anche loro non vengono. Pare, insomma, che non venga nessuno. Nessuno di nessuno. Con il broncio io e L. – nemmeno la pessima notizia gli scompiglia un solo capello – ci avviamo verso il salone dove la gente è in attesa che apra il buffet degli antipasti. Seguono scene da malavita, con gente che perde l’attimo fuggente e, rimasta senza un cazzo nel piatto, stacca un ramo da un ficus benjamina e lo porta a tavola spacciandolo per misticanza.

Poi arriva il risotto e anche la prima notizia incontrollata:

“Pare che venga Nicola Berti”.

Beh, faccio io, questo darebbe un tocco particolare alla serata, anche perchè io sono circa 23 anni che sogno di abbracciarlo al termine di un contropiedino da settecento seghe consecutive (clic) e di dirgli in un orecchio che di antimilanisti come lui ne ho conosciuti pochi (ariclic). Però finchè non vedo non credo. Arrivano voci sempre più fantasiose, di gente che lo aspetta al casello di Stradella o mentre lui è disperso nella tundra di Borgarello. Poi a un certo punto vedo fermento all’ingresso e noto l’ingresso di Little Tony vestito normalmente.

“Figa, c’è Little Tony vestito normalmente”, faccio a L. che stava mangiando quei tre-quattro etti di risotto che aveva nel piatto. Lui si gira e mi fa: “E’ Nicola Berti”. Io guardo meglio e convengo: “E’ Nicola Berti”. L. si alza di scatto, come se avesse visto Scarlett Johannson più che Nicola Berti, mi ammolla il Blackberry in mano e mi chiede di fargli seicento foto mentre abbraccia Berti, cosa che io faccio diligentemente, ma quando L. ha finito di farsi il suo book fotografico e toccherebbe a me, diciotto G-Men interisti portano Berti sul palco. “Nicolaberti facciungooooooool”. Scusa Nicola, raccontaci il gol a Monaco, come hai fatto a farti quella corsa? “Beh, devi sapere che faceva freddo”.

L. capisce di avere un debito di riconoscenza nei miei confronti, e quando Berti a un certo punto saluta furtivamente il salone per tornarsene a casa, lui corre ad acchiapparlo e ad intimargli di fare una foto con me. Al che Berti si toglie il toscano dalla bocca e dice:

“Va bene, dai”.

San Genesio ed Uniti-20111005-00042.jpgQuindi faccio una di quelle cose che si sognano in un’intera vita: abbraccio Nicola Berti. Più che le maniglie dell’amore Nicolino ha un tale strato di soffice ciccia che mi sembra di posare con un Teletubbies. E siccome anch’io, da quando ho la minchia di spina calcaneare, sarò aumentato di quei tre o quattro chili, la foto assume contorni drammatici, tipo Ollio e Ollio, una roba così, ma con molto interismo, molto affetto e molta simpatia.  Congedo Berti con eterna riconoscenza. Abbracciare 300 partite con l’Inter ha un effetto benefico. Torno in sala e abbraccerei tutti, ma non mi caga nessuno, tranne G. – prima o poi devo chiedergli che cazzo ci fa a Pavia, visto che non è di Pavia – che mi abbraccia e mi dice cose virili e carine. E’ passata mezzanotte quando saluto L. dandogli appuntamento alla prossima follia interista. C’è il 99 per cento di umidità, ma è così pettinato che Zanetti al confronto sembra Shel Shapiro.

NICOLA BERTIultima modifica: 2011-10-07T02:02:00+02:00da admin
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