IL RITORNO DELLA JUVE

ARROGANCE

CHIEVO-JUVENTUS 0-0 — In una giornata avara di casi, quello del giorno diventa un presunto fallo su Pirlo fischiato a Thereau. L’attaccante in pressing ruba palla usando il fisico e un po’ anche le braccia, ma non commettendo una irregolarità evidente. La nostra sensazione è una: un contrasto simile a centrocampo con la difesa schierata, non sarebbe stato sanzionato. De Marco, invece, si accorge che il giocatore del Chievo ha strada libera verso Buffon e allora… Giusto poi il giallo per Thereau che segna col gioco fermo da diversi secondi. Al 40’ Krasic fermato per fuorigioco che annulla il contemporaneo fallo di Cesar su Vidal a cavallo dell’area. Nel finale rischia molto Bonucci per una trattenuta prolungata su Mandelli: in casi analoghi è stato dato il rigore.

La moviola non è di Inter.it, ma della Gazza, che possiamo quindi considerare obiettiva, addirittura un po’ democristiana nei giri di parole. “In casi analoghi…” E dillo, cazzo: era rigore o no? Appare evidente da queste poche righe che il Chievo avrebbe molto da ridire sull’arbitraggio di De Marco: un gol negato, un rigore che c’era… beh, non male. E  questi sono solo gli episodi singoli, perché poi ci sarebbe da discutere sull’atteggiamento generale di De Marco, sul suo metro un po’ sbilanciato, un po’ tanto a dire il vero.

Ebbene, se c’è uno che ha fatto casino dopo la partita non è stato Di Carlo ma Conte. Che si è lamentato dell’arbitraggio – se n’è lamentato lui! – dicendo che non ha tutelato la sua squadra, troppi falli sistematici. “La squadra che fa la partita va tutelata”. Dopo Mazzarri ecco Conte, non a caso i due allenatori più irritanti della serie A, simpatici come una cicca tra i capelli. La squadra che fa la partita va tutelata? E dove c’è scritta ‘sta cosa? Appare in sovrimpressione da qualche parte? C’è un regolamento che dice cosa è fallo e cosa no, che descrive provvedimenti e sanzioni. Se io faccio la partita, il fallo dell’altro vale doppio?Se io faccio la partita, l’altro non può fare fallo?

Ma chi cazzo sono questi due?

Ma rimaniamo a Conte. Rimaniamo alla Juve. Che è tornata la Juve. Lo è tornata per arroganza, l’arroganza di chi si sente forte in campo e potente fuori. Negli ultimi anni era un’arroganza diversa, l’arroganza di chi fa la voce grossa perché si chiama Juventus ma nella realtà dei fatti non conta un cazzo. Purtroppo, cinque stagioni senza “quella” Juve – ma con una Juve più divertente, spassosa, una Juve innocua e cialtrona, tranne quando giocava contro di noi – sono passate in archivio. La Juve è tornata Juve. Ha lo stadio, una squadra decente, un discreto gasamento attorno. E’ la netta favorita di questa campionato italiano di serie A2, una roba piuttosto invedibile finora (complici i nostri beniamini, invedibili pure loro). E quindi alza la voce. Alla prima giornata di campionato ne mette quattro al Parma e Conte, per prima cosa, dice ai microfoni che gli hanno negato un rigore. Questa è la nuova Juve, o la vecchia se preferite. Vuole lo scudetto 2006, vuole lo scudetto 2012, vuole che gliene segnino 29, vuole che gli arbitri le stendano il tappeto rosso, vuole i rigori a favore e non concepisce quelli contro. Bentornata Juve, bentornata.

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IL RITORNO DELLA JUVEultima modifica: 2011-10-18T01:12:35+02:00da admin
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