SENTENZE

PUNITI & IMPUNITI,

SFORTUNATI E FORTUNATI

Copincollo dalla Gazza:

Positivo il 21 luglio 2010, Contador viene informato dall’Uci il 24 agosto 2010 e la notizia si diffonde il 30 settembre 2010. Lo spagnolo spiega la positività con l’assunzione di carne contaminata. La federciclo spagnola prima propone un anno di squalifica, poi lo assolve il 15 febbraio 2011. Ma Uci e Wada fanno ricorso al Tas, che si riunisce (dopo due rinvii) dal 21 al 24 novembre 2011. Oggi, 6 febbraio 2012, la sentenza.

Insomma, un anno e mezzo per stabilire se una quantità infinitesimale (0,00000000005) di clenbuterolo nelle urine di Contador fosse doping o no. Non lo è per la Spagna (ma guarda!), lo è per il tribunale internazionale. Comunque, è passato un anno e mezzo in cui Contador ha corso e vinto un Giro d’Italia, sempre con ‘sta faccenda che gli pendeva sulla testa. Oltre al Giro, gli tolgono anche il Tour 2010, vinto appena prima di risultare positivo per lo 0,00000000005 di clenbuterolo: non c’è prova che durante quel Tour Contador si fosse dopato, ma il Tas lo condanna anche per quello. Due anni di squalifica, dunque retroattiva. Per un anno e mezzo (fino a oggi pomeriggio) ha corso lo stesso. Quindi la condanna scadrà tra sei mesi, ad agosto. A settembre Contador potrà correre il Tour.

Si è passati dalla manica larghissima alle supersqualifiche retroattive per lo 0,00000000005 di clenbuterolo nelle urine. Intorno al ciclismo c’è un diritto sportivo che ha ampie sfumature: Contador in Italia sarebbe stato condannato, non nella Spagna di ampissime vedute sull’argomento. Condanna cerchiobottista. Dal punto di vista dell’attività vera e propria, Contador starà fermo sei mesi e non due anni. Ma con l’effetto retroattivo gli tolgono due vittorie importantissime. Per l’ennesima volta, Tour e Giro avranno un vincitore a tavolino: anche questo – come tutto l’impianto della storia – non gioca a favore della credibilità dello sport, del ciclismo, delle sentenze sportive.

Curiosamente oggi c’è stata un’altra sentenza molto difficile da capire e digerire. Oleg Fedchenko, pugile dilettante ucraino di 27 anni, è stato assolto dal gup di Milano, Roberta Nunnari, dall’accusa di omicidio aggravato perché non imputabile. Fedchenko è quel pazzo che a Milano il 6 agosto 2010 – curiosamente, lo stesso periodo del doping di Contador – al termine di un litigio con la madre scende in strada dicendo che avrebbe ammazzato la prima donna che passava. Cosa che in effetti fa, a pugni, con una ferocia senza aggettivi. Una perizia infatti ha stabilito che l’uomo era incapace di intendere e di volere al momento del fatto, poiché soffre di una forma di schizofrenia. Il giudice ha disposto per lui 5 anni di ospedale psichiatrico. Poi sarà libero. Anzi, libero lo è già adesso.

E così il mondo si divide in due. Se sei fortunato, ti chiami Michele Scarponi e in un gelido pomeriggio di febbraio ti chiamano al telefono e ti dicono che hai vinto il Giro d’Italia dell’anno prima. Se sei sfortunato, ti chiami Emlou Arvesu, hai 41 anni, sei una colf filippina che sta tornando a casa a piedi sul marciapiede sbagliato, nel giorno, ora, minuto e secondo più sbagliato che potessi aver scelto per tornare a casa. In nome del popolo italiano, il tribunale ha sentenziato che Emlou – orribilmente massacrata a pugni in faccia – è morta per pura sfiga.

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SENTENZEultima modifica: 2012-02-07T00:19:00+01:00da admin
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