CAMPESTRE KO

NEMO PROFETA IN PATRIA

Il podista Mariano Settorini detesta le campestri, ma domenica ne ha corsa un’altra. Ora, qualcuno potrebbe dire: e allora perché ci rompi il cazzo annoi? E io potrei rispondere: è vero. Fine del post.

(pausa)

No dai, posso spiegare, non è come sembra. Mi sono recato alla campestre di Voghera, 5,5 km,  perchè c’era bel tempo, non pioveva da un po’, il terreno era in buone condizioni, la ventilazione  era apprezzabile, gli spalti gremiti, arbitra il signor Lobello di Siracusa. Tenendo conto che la nevicata era imminente, decido di precedere il maltempo e quindi di iscrivermi e gareggiare in questa campestre che, per una suggestiva coincidenza, si tiene nella città che mi diede i natali. Lo faccio con la riluttanza di chi non ama le campestri e fa obiezione alle chiodate, ma lo faccio perchè sono un duro. Sbaglio strada due volte – non abito da un po’ nella città che mi diede i natali – ma poi trovo il posto. Wow!, direbbe Monti.

C’è un bel sole, il parterre è bello brulicante, l’aria frizza. Frizza troppo. Fa un freddo bestia, me ne accorgo quando incrocio Walter Nudo (l’uomo che correrrebbe in canottiera anche a Capo Nord) che quasi non riconosco, perchè ha una cuffia e una maglia termica. Si gela. E io lo so che i miei poveri bronchi – se potessero – mi direbbero:

“a Settorini, mavvattenaffanculova”

ma io ormai sono a Voghera e mi schiero alla partenza con animo leggero. Tutti  i miei soliti avversari della seconda metà della classifica sono vicini a me. Strette di mano, sorrisi, fair play. Pum! Si parte.

Nel giro di 500 metri siamo tutti in fila e tutti i miei avversari sono dietro, compresi Perdenzio e Johnny Storm. Mi sento lieve. Davanti ho solo gli indiani metropolitani Piccolo Alloggio e Siedo Sul Water, che avevo inaspettatamente battuto nella campestre d’esordio. Provo a seguirli. Piccolo Alloggio piano piano se ne va, ma Siedo Sul Water è sempre lì, dieci metri avanti, e tengo il suo passo convinto che prima o poi lo raccoglierò col cucchiaino. Alla fine del primo giro passiamo tutti in fila, una figata, e io sono sempre davanti al mio gruppetto dei bassifondi. Diobono, sembro Lasse Viren. La steppa intorno, un freddo cane. Ma procedo.

Procedo.

Ancora per poco.

A un certo punto mi incricco. Respiro male, vado in affanno, tossicchio, ansimo. Rallento. Ho l’impressione di avere ancora più freddo. Mi fa male la pancia. Tremo. Le gambe si impastano. Sono al quarto chilometro, ne manca ancora uno e mezzo. E io, per farla breve,

son sciupà.

Perchè, perchè? Il podismo sa essere bastardo. Il mondo mi crolla addosso mentre nell’ordine mi superano The Lawyer, White Mamba, Perdenzio Perdi e Walter Nudo. Non posso farci niente, li guardo sfilare. E’ terribile. Mi ritrovo in preda a manie suicide, ipotesi di ritiro definitivo dalle competizioni, depressione post-partum. Mi colgono pensieri tremendi di morte e distruzione, addirittura valuto l’opportunità di diventare juventino o iscrivermi a Casa Pound. Quando provo a rimettermi a correre normalmente, il gruppetto di ex-amici che mi ha superato ha ormai raggranellato quei venti o trenta metri di vantaggio che non riprenderò più. Alle mie spalle sento arrivare Johnny Storm e mi gioco tutto per tenere dietro almeno lui. Ce la faccio. Ma è un obiettivo minimo. Sono disperato. Passo il traguardo e continuo a correre. Vado via, raggiungo la strada, arrivo alla macchina, mi piego ma non mi spezzo. Riesco solo a mormorare:

“Merda, cazzo, vaffanculo, puah”

e poi torno nello spogliatoio a riprendermi la borsa. Ci vediamo la prossima volta, infami. Mariano Settorini tornerà quello di prima e vi inculerà tutti, sprinterà in dirittura e vi infilerà uno a uno in una specie di spiedo, zacche zacche zac!

Poi ho bevuto un tè e sono andato via. Voghera, sei crudele con uno dei tuoi figli più illustri, sniff.

Red.jpg

(nella foto: mentre ero ancora ben messo. Poi il gruppetto che mi seguiva mi ha travolto, Iddio li strafulmini)

CAMPESTRE KOultima modifica: 2013-02-13T16:23:24+01:00da admin
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