INGUARDABILIC
Tre tiri in porta, di cui uno nello specchio (ed è entrato: la media realizzativa è strabiliante). Contro quanti della Fiorentina? Trentatre, trecentotrentatre? E meno male che quando hanno messo il quarto (mancava quasi mezz’ora) si sono fermati. Che poi, voglio dire, meno male un cazzo: l’umiliazione della squadra avversaria che non infierisce non è minore di quella di beccarsi quattro pappine e stare muti, Muti perchè non ti escono le parole. Non riesci ad avviare il dibattito iniziando la frase con una bella congiunzione avversativa. Sì, abbiamo perso ma… sì, ci hanno fatto gol però… No, niente. Senza se e senza ma, e anche senza però. Senza congiunzioni, preposizioni, avverbi. Senza parole. Afasia. Sbigottimento. Morte, terrore e distruzione.
Ora piazzo qui il capoverso con cui volevo chiudere il post. Copy, paste, tracchitracche, ecco qua. No, volevo dire in fondo che se per caso la Lazio domani perdesse a Siena (cosa tutt’altro che impossibile), lo sfacelo di squadra che avete visto a Firenze sarebbe – ancora! nonostante tutto! Argh! – a un punto dalla Champions. Certo, ci ha superato il Milan (piove sul bagnato) e la Fiorentina ci ha recuperato tre punti, ma il campionato di serie A Tim di ciapanò continua senza sosta e noi, eccelsi interpreti, rimaniamo saldamente in vetta. Ho anticipato questa chiosa perchè forse è meglio che parliamo d’altro, stanotte, che non di preliminari di Champions.
Tipo, potremmo parlare di un pari e sei sconfitte nelle ultime sette trasferte in campionato. Fino ai primi di novembre, fino a Juve-Inter compresa, eravamo la squadra più corsara a livello globale universale: in trasferta le vincevamo tutte, in Italia e all’estero, una roba mai vista. Dopo Juve-Inter, il rendimento è diventato imbarazzante: 5 gol fatti e 16 subiti in sette partite, roba che il Corsaro Nero si rivolta nella tomba. E’ un caso veramente curioso: tutta la personalità che ci abbiamo messo nei primi quattro mesi della stagione si è dissolta ed è diventata progressivamente la robaccia di Firenze, replica in (molto) peggio della sbobba di Siena. La prossima trasferta è Catania e siete tutti autorizzati a toccarvi i maroni.
Strama ha detto una serie di cose gravi. E’ la quinta volta che perdiamo dopo una partita di Europa League: beh, è normale? Dico di più: è normale chiederselo dopo la quinta volta? Abbiamo giocato due partite con gli stessi giocatori e l’abbiamo pagata in maniera pesante: perchè allora abbiamo giocato due partite con gli stessi giocatori? Abbiamo incontrato una squadra al mille per mille (ma li hai visti con la Juve, Strama? Facevano ca-ga-re) e arrivavamo sempre secondi sul pallone: ecco, non è che la Fiorentina, arrivando sempre prima sul pallone, ha fatto la figura della squadra al mille per mille grazie a noi? Doveva giocare Gargano ma poi ha avuto un problema: oddio, dopo i movimenti di mercato eccetera eccetera siamo legati ai problemini di Gargano? Siamo Gargano-dipendenti? Gargano? (mi sento mancare)
E poi, quella sostituzione all’intervallo di Kovacic, come se fosse lui il problema? Questa l’ho trovata una scelta infausta, indelicata, insensata. Togli il più giovane, il più fresco (almeno mentalmente), il ragazzo a cui hai dato la maglia numero 10, la nostra risposta alle Creste, e perchè mai? Era il peggiore? C’era gente in difficoltà, in perenne ritardo, al piccolo trotto, spenta, e togli lui?
Ma la cosa che più mi ha ferito è che questa – al di là dell’Europa League, della stanchezza e di tutto quello che si vuole – era la partita del dopo-Milito. Era la partita in cui l’Inter doveva moltiplicare le forze e gettare il cuore oltre l’ostacolo. Niente più alibi: Milito ha finito la stagione, andiamo avanti noi. Mi immaginavo, nella mia ingenuità, che questo avrebbe costituito – pur nel disagio tecnico – un valore aggiunto: non c’è più il centravanti vero, quello che risolve i problemi come il signor Wolf, e adesso dobbiamo pensarci noi, non preoccupatevi.
Macchè. Siamo autorizzati a preoccuparci. C’è qualcuno non preoccupato in sala? Noooo, non si fa così. Si adegui, suvvia. Si preoccupi.
