FUTURO INTER

SIAMO TUTTI INDONESIANI

Non  è compito di questo blogghettino prendere posizioni macroeconomiche sul futuro global-strategico dell’Inter (Internazionale mica per niente) e tranciare giudizi in quattro e quattr’otto sul possibile ingresso del multimiliardario indonesiano Erick Thohir nella compagine societaria, nè esprimere un parere su quale percentuale bisognerebbe riservargli. Cioè, voglio dire, non sono mica Oscar Giannino. In attesa di qualche certezza in merito, credo invece di poter assolvere a un compito ben preciso, quello dell’informazione culturale. L’Inter potrebbe diventare un pochino, un po’, molto, moltissimo o tutta (rumore di tuoni) indonesiana. Ma noi, cioè voi e io con voi, che cazzo ne sappiamo dell’Indonesia? Ecco, dunque, il senso della mia operazione: offrirvi gratuitamente un’infarinatura generale sull’Indonesia in modo che – al bar, in treno, in ufficio, al desco familiare o al centro massaggi che frequentate abitualmente – possiate non cadere dal pero a domande specifiche sull’Indonesia o, addirittura, padroneggiare l’argomento così da aumentare il vostro prestigio sociale e attirare l’attenzione del sesso opposto (o dello stesso sesso nel caso siate gay).

Ecco dunque alcune preziose informazioni base:

L’Indonesia ha tipo 240 milioni di abitanti ed è il quarto paese più popolato al mondo dopo Cina, India e Stati Uniti e appena prima di Rozzano.

E’ anche il paese più strano del mondo: è costituito da da 17.508 isole, circa 7.000 delle quali abitate. In 17.435 non si prende bene SkyGo.

Situata lungo l’equatore, l’Indonesia ha un clima tropicale, con due distinte stagioni dei monsoni, una umida e l’altra secca, come a Pavia. Le precipitazioni medie annue nelle pianure variano dai 1.780 ai 3.175, come in Lombardia. Le temperature variano poco durante tutto l’anno, la temperatura media giornaliera a Giacarta è tra i 26 e i 30 °C, meglio che a Milano ad agosto. Per tutta questa serie di ragioni, Erick Thohir si è interessato all’Inter: praticamente non dovrebbe cambiare il guardaroba estivo, al limite comprarsi qualche capetto per i posticipi serali di gennaio, quando la temperatura scende sotto i meno 30.

Ci sono circa 300 gruppi etnici distinti nativi dell’Indonesia, tra cui una rara propaggine di tifosi juventini relegati nell’isola di Trenthun, priva di collegamenti con il resto del continente e dove si sopravvive grazie essenzialmente al cannibalismo.

L’Indonesia è il più popoloso paese a maggioranza musulmana del mondo, con quasi l’86,1% della popolazione di fede musulmana. Il 5,7% della popolazione è protestante, il 3% cattolico, il 1,8% indù, il restante 3,4% è interista.

Anche la cucina indonesiana varia a seconda dell’area geografica e subisce influenze cinesi, europee, mediorientali e indiane. Il riso è l’alimento base, come a Pavia, e viene servito con pietanze a base di carne e verdure, come a Pavia. Altri ingredienti fondamentali sono spezie, latte di cocco, pesce e McChicken menu.

Lo sport nazionale indonesiano è il “pentjak silat”, arte marziale indonesiana molto complessa che prevede anche l’uso delle armi come il coltello, il bastone e il machete, come in una qualsiasi curva di un qualsiasi stadio italiano.

Insomma, il signor Thohir si sentirà come a casa, tranne per quello stupido fatto dei posticipi serali di gennaio cui bisognerà in qualche modo provvedere.

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FUTURO INTERultima modifica: 2013-05-29T22:32:00+02:00da admin
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