INTER-BOLOGNA 0-1

MORTA(DELLA)

13 punti in 12 partite. Ecco, proprio il Bologna e il Chievo (32 punti in 28 partite) hanno avuto nel complesso del torneo un passo statisticamente simile al nostro di questo (grosso) spicchio di campionato. E sono quintultime. Il molto fieno messo in cascina nelle prime 16 partite ci consente – nonostante tutto, nonostante 9 sconfitte, nonostante un passo da zona retrocessione – di rimanere nelle zone alte della classifica. Dove la zona alta è sempre più un’illusione ottica, o meglio un puro fatto grafico. La “zona alta” sono 15 punti dalla Juve, 6 dal Napoli, 4 dal Milan che proprio in queste ultime 12 partite ci ha recuperato una quindicina di punti. A 10 giornate dalla fine – è sbalorditivo – è davvero ancora tutto in gioco dal secondo posto in giù (6 punti da un Napoli che fa cagare, cosa sono di fronte all’immensità?). Ma non ci possiamo dimenticare che da quasi 4 mesi facciamo un punto a partita e che siamo una squadra lacera e contusa, dentro e fuori. Non possiamo sperare che le altre rallentino: questo è il campionato più rallentato degli ultimi duecento anni. Dovremmo accelerare noi. Ma ne siamo in grado?

Strama sta cercando di economizzare la squadra. Stretto tra campionato, Europa League, giocatori non in lista e drammatico elenco infortunati (nessuna squadra è conciata come noi), è il classico elefante nella cristalleria: mette una pezza di qua e apre uno squarcio di là, sistema una cosa su una mensola e con un gomito fa cadere dieci vasi Ming. Al netto di errori e indecisioni, non riesco nemmeno più a dargli colpe. Nel dopopartita mi ha convinto: già, alto a sinistra chi ci metteva? Non ne ha più (evitiamo, please, di accanirci su Benassi). Di punta chi ci metteva? Deve farsi bastare quelli che ha, cioè due (il vice-Milito è ormai un’espressione calcistica, per dirla alla Metternich). In più mettici che la squadra ha perso tutte le certezze (ognuno ci ha mezzo del suo, da Moratti fino al magazziniere), che ormai di giocare 90 minuti interi nessuno ha più l’intenzione o la forza, e il gioco è fatto. Strama è imperfetto finchè si vuole, ma qui ci vorrebbe uno stregone o un esorcista, altro che un povero giovane allenatore.

Oggettivamente, serve un miracolo. Che poi i miracoli laici nel calcio succedono, e poi la Pazza Inter periodicamente si ricorda di tener fede a una delle caratteristiche  che preferiamo, e magari un bell’autogol o un rigore che non c’è risolve tutto, zac! Potessimo resettare, spegnere e riaccendere… ma non si può. C’è il Tottenham che al 99 per cento ci caccerà fuori dall’Europetta Lig, c’è la Samp che siccome ci giocheremo dopo la coppa magari ci farà anche il culo (sarà l’ennesimo culo post coppa). Senza un attaccante vero, senza il centrale più affidabile, senza esterni di qualità assoluta, con un centrocampo work in progress da mesi (forse anni), servirebbero coglioni d’acciaio. Manco quelli, ultimamente. Una prece.

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