INTER STYLE

IL NODO DELLA CRAVATTA

Una delle questioni che – in mancanza di grandi soddisfazioni tecnico-tattiche – aveva avvinto il popolo interista durante la scorsa stagione era stata quella relativa alla cravatta sociale.

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Diciamolo, non era granchè. Certo ha sofferto l’abbinamento prima con la faccia triste di Gasperini e poi con la faccia inspiegabilmente allegra di Ranieri, però la cravatta metà azzurra e metà nera non ci è mai piaciuta, siamo sinceri. Oggettivamente anche Stramaccioni, qui in un tipico atteggiamento “Pirati dei Caraibi” (posa machista alla Johnny Depp, broncio alla Keira Knightley), pur facendo leva su fisico e giovinezza non ne ha risollevato le sorti.

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La nuova cravatta – qui sempre indossata da Rupert Stramaccioni –  peraltro non rappresenta una svolta epocale. Siamo passati da una cravatta disastrosamente trendy a una cravatta complessivamente tradizionale, un classico modello “domenica ho la cresima di mio nipote, me ne dia una che stia bene con il blu, ma non voglio spendere una cifra. Ecco, quella va benissimo”. Ma come stiamo a cravatte? Societariamente, dico.

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Andiamo in ordine di tempo. Alla presentazione di Palacio, Branca arriva a rappresentare la società addirittura senza cravatta. Inappuntabile come sempre, tenta la consueta variazione orialiana del suo abbigliamento e approfitta dell’estate per darsi una botta di casual. Sconcerto generale, ben sintetizzato dall’iniziativa spontanea del codino di Palacio.

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Spettacolo agghiacciante, invece, alla doppia presentazione Silvestre-Handanovic. Hugh Stramaccioni si presenta in bermuda e Fassone con una cravatta della Juve, evidentemente rimasta nel suo armadio ancora non bonificato. Notare le espressioni dei quattro protagonisti: sappiamo che non è così, per carità, ma questa foto trasmette un messaggio subliminale che potremmo sintetizzare in “di questi due non ci frega una beata fava” (pensiero Strama/Fass) e  “cosa cazzo ci facciamo qui, che tristezza, non ci hanno nemmeno messo un numero fake” (pensiero Silv/Hand).

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Con Cassano la stagione delle presentazioni entra nel vivo e l’Inter non a caso schiera i due presentatori titolari, Ausilio e Branca. Branca, quanto a eleganza, vince sempre 4-0. Notare i gemelli, è troppo figo. Ausilio indossa una triste cravatta marrone con una vistosa macchia di yogurt nel bel mezzo. Nessuno, come vedete, indossa la cravatta sociale, nè – ve lo anticipo – lo farà mai. Ma questa foto introduce un tema accessorio molto inquietante: dove guarda di preciso Ausilio?

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Alla presentazione di Gargano, Branca non nonscialàns lascia intravvedere anche il suo padellone da qualche decina di migliaia di euro, oltre alla poscèt che fa capolino da una delle sue innumerevoli giacche blu. E’ la solita vittoria schiacciante su Ausilio, classico ma piuttosto moscio. Il mistero Ausilio: lo sguardo è sempre perduto nel vuoto, in alto a sinistra: un punto che vede solo lui. Branca invece guarda in camera come George Clooney. Ha una cravatta che assomiglia  a quella sociale, ma è molto più bella.

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E siamo alla presentazione di Pereira. Branca fa il filotto: con un agile movimento di manica mostra sia i gemelli che l’orologione e ci fa sentire tutti quanti dei pezzenti. Cravatta sempre vagamente simil-sociale e – savasandìr – sempre dieci volte migliore dell’originale. Ausilio opta per il classico: è in discreto miglioramento, ma sempre due o tre gradini sotto Branca. La grande novità è che stavolta guarda il fotografo, anche se (guardate che faccia) con un certo disappunto perchè lui voleva guardare il suo punto in alto a sinistra, ecco, e qualcuno gli avrà rotto i coglioni. Pereira ride. In questa foto sembra una corista di Kid Creole.