NUMERI

SEVEN

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Ieri sera, in totale relax, un piccolo cerchio l’ho chiuso anch’io. Avevo aperto il blog non solo un anno dopo il 5 maggio, ma giusto un mese dopo quell’ultima semifinale giocata in Champions contro i cugini che non abbiamo, in un’epoca in cui pagavamo caro pagavamo tutto, compresa l’incidenza micromillimetrica tra un tiro di Kallon e uno stinco di Abbiati. Il blog partiva sulla perfetta sintesi dello strazio a lunga gittata del 5 maggio con il dolore fresco di quella Champions persa senza perdere. Sette anni di attesa per ritornare sul penultimo gradino d’Europa e giocarsela contro uno squadrone e – in particolare – due giocatori dotati di grosse canappie, tra cui un ex-nostro idolo e un piccoletto che ne fa quattro per volta. Non è bellissimo aspettare una doppia partita così, e poi giocarsela?

Addì 7 aprile 2010 siamo qui in corsa per tre obiettivi su tre, tutti estremamente in bilico. Anche questo è bellissimo. Concordo con il Mou: può finire in quattro modi diversi (vinci tutto, vinci due e perdi uno, vinci uno e perdi due, perdi tutto) e non è detto che tra un mese (o anche meno) saremo qui a parlarne con la stessa adrenalina, però ad agosto avremmo firmato in bianco un contrattino del genere. Non facciamo in tempo ad archiviare una partita fondamentale (non lo era, quella di ieri?) che ne arriva un’altra (non è fondamentale Fiorentina-Inter?). Anche questo è bellissimo. In alto i cuori, e vada come vada. L’importante è esserci, e noi ci siamo.