L’ATTACCO

ADRIAMOVIC

adripiccolo.jpgDi Adriano ho scritto talmente tante volte le stesse cose che non ho più voglia nemmeno di postare i link. Gli dico addio con un mix di 25% di riconoscenza, 25% di rimpianti e 50% di enorme sollievo. Questi ultimi anni di tiraemolla non hanno fatto bene a nessuno, nè a lui nè a noi: entrambi abbiamo aspettato, sperato e – sostanzialmente – perso tempo. Finalmente sappiamo che dobbiamo procurarci un nuovo attaccante, stop, e speriamo che sia forte quanto lui, ma con i neuroni stabili.

In realtà gli attaccanti da procurarsi saranno almeno due, o forse tre, o forse (esageriamo) quattro. A parte Crespo-Cruz (Hernan se ne va senz’altro, Cruz potrebbe rimanere da damo di compagnia e nuovo Crespo, sempre che il Mou sia d’accordo), resta aperto il caso Ibra. Se più indizi fanno una prova, in queste interviste che rilascia in giro per l’Europa emerge la sua voglia di andarsene, prima o poi. Direi: di andarsene più dall’Italia che dall’Inter. E direi: più prima che poi E mi sembra una pulsione – certo, per noi molto dolorosa – più che normale. Uno così, uno come Ibra, voi lo vedete firmare a vita per una squadra? Ibra è svedese, con la sua nazionale non vincerà mai un tubo. Deve vincere con i club, e lui in effetti li fa vincere. Ma – la storia la sappiamo – gli serve un grande successo europeo per arrivare anche al Pallone d’Oro, che tecnicamente stramerita ma come sappiamo dipende anche da variabili futbo-cencelliane. Troppo giovane per rimanere a vita da qualche parte, troppo forte e impaziente per avere la certezza di essere nella squadra giusta.

Quindi se ne andrà.

ibrapiccolo.jpgIl problema è: subito o tra un anno? Questo lo stabiliranno lui, Mourinho e Moratti. Sarebbe logico pensare a un altro anno insieme, nel comune obiettivo di superare gli ottavi di Champions la primavera prossima. E poi: c’è qualcuno in grado di pagare Ibra per quello che vale oggi, cioè un’enormità? E’ chiaro che se dovessero vendere Ibra così, cash, rifare l’attacco non sarebbe un grosso problema. E debbo dire che mi trovo d’accordo con il tenore di qualche commento del post precedente: se vinciamo il terzo scudetto, che poi sarebbe il quarto, rischiamo di trovarci con qualche Ibra in più (parlo di calo di motivazioni) e comunque con molti dei nostri paladini invecchiati di tre anni (che poi sarebbero quattro). Supermario e Santon sono stati manna dal cielo. Il resto è da costruire: innesti mirati e preziosi  (alcuni molto necessari) perchè la cavalcata continui.

Va bene. Ora vado a Padova.