TERRA ROSSA

SCHIAVO TUO

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A parte che lo sport ai massimi livelli è trasversalmente bello e merita ammirazione a prescindere, bisogna anche fare qualche differenza. Tra sport globali e sport di nicchia, per esempio: non è la stessa cosa vincere un torneo mondiale di ruzzola e uno di tennis, giusto per arrivare subito al dunque. E non è la stessa cosa vincere in uno dei nostri tradizionali orticelli (scherma, tiro, ecc.) e vincere nell’orticello degli altri dopo decenni di stenti più o meno accentuati. Quindi trionfare al Roland Garros, se sei piccolina e già vicina ai trenta, se appartieni a una scuola e a un sistema piuttosto scalcinati, all’interno di un tabellone pieno di ragazzone vitaminiche, numero 17 in tutto e per tutto, beh, è un’impresona pazzesca. Francesca Schiavone ha avuto anche un po’ di culo, perché in un torneo del Grande Slam la strada ti si può improvvisamente aprire al di là delle tua più rosee speranze. Però quando vinci sette partite il culo ha un’importanza relativa: procedendo per organi umani, ci vogliono anche testa e coglioni, oltre che gambe e braccia. Sennò alla fine non ci arrivi mica, e soprattutto non vinci.

Alla Snai solo due italiani avevano giocato la Schiavone vincente prima dell’inizio del torneo. La davano a 150 e questi due cazzoni 15 giorni fa hanno puntato rispettivamente 4 e 3 euro, e questa sera – dopo un’abbondante seduta di autoerotismo – si saranno recati allo sportello con il loro cedolino a ritirare 600 e 450 euro con un sorriso a 32 denti. Anche questa cosa – la quotazione a 150 – spiega come vanno le cose nel tennis: pure se ti chiami Schiavone, hai vinto due Federation Cup, sei la numero 17 del mondo, sei una giocatrice rispettata e rispettabile da ormai qualche anno, e sei tra l’altro una specialista della terra rossa, ecco, più di 1 a 150 non vali. Sarebbe come giocare la Slovacchia o il Cile vincenti ai Mondiali di calcio. Non è che sia impossibile passare indenni da sei partite e poi vincere l’ultima, per carità. Ma come fai a puntare (seriamente, dico) la Slovacchia quando sai che dovrà vedersela con Brasile, Inghilterra, Spagna, Argentina eccetera?

Lo sport è bello per finali come quella di oggi, tra la 7 e la 17, passate indenni dal Brasile e dall’Argentina, dall’Inghilterra e dalla Spagna: le Williams e le decine di russe e slave si sono eliminate tra di loro e le superstiti hanno trovato queste due assatanate. Nella storia del Roland Garros solo 4 volte il torneo femminile è stato vinto da una giocatrice non tra le prime 10 della classifica, e solo una volta da un’italiana. Nella storia del tennis c’è stata solo la Jones (Wimbledon 1969) a vincere il suo primo Slam a un’età superiore a quella della Schiavone, che a 29 anni, 11 mesi e 4 giorni (circondata com’è da giovani culturiste bionde) sarebbe una pensionanda se non avesse ancora una gran voglia di giocare e di vincere.

Quindi, quanto vale il Roland Garros della Schiavone? Direi che siamo a livello della Pellegrini (regina del nuoto tra americane, cinesi e australiane), o di Sara Simeoni (primatista mondiale dell’alto quando le rivali dell’Est si dopavano in maniera clamorosa). Vincere uno Slam può anche essere estemporaneo, ma resta una cosa da impazzire. Tipo quell’argentino che con quattro gol si è vinto tre coppe. Ma quello è un uomo e gioca in uno squadrone. La Schiavo ha fatto tutto da sola, chapeau.