ALLENATORE CERCASI

GIU’ IL CAPELLO

Nell’attesa di un allenatore (ogni giorno che passa, sarà dura farci  credere che non sarà la quarta, quinta, ottava o decima scelta) (no, per dire), mi è rimasta sul gozzo la faccenda Capello.

Confesso che speravo fossero le solite voci per fare un po’ di folklore sull’Inter. Oggi, invece, Moratti ha confessato che Capello l’aveva contatto davvero, e che se non fosse stato per la federazione inglese magari la cosa si sarebbe concretizzata, e oggi don Fabio sarebbe l’allenatore dell’Inter.

Io credo che a tutto ci sia un limite, e Capello è al di là di un certo limite. E’ stato l’allenatore di una Juve ben precisa, la Juve di quegli scudetti che ricordiamo bene, di quei dirigenti oggi radiati (radiati!). In questi cinque anni (e fino a pochi giorni fa, addirittura, con quella frasetta del cazzo sul “primo campionato vero dopo Calciopoli”) non ha mai – giustamente, per carità, ogni opinione va rispettata – rinnegato nulla di quella Juve, di quegli uomini, di quelle modalità. E quindi noi, caro Moratti, di un uomo così siamo la controparte, non i compagni di avventura.

Ci sono dirigenti che non puoi assumere, giocatori che non puoi prendere, allenatori che non puoi ingaggiare: perchè sì, certo, sono tutti professionisti le bandiere non esistono più eccetera eccetera, ma pur in mondo farlocco come quello del calcio bisogna tener conto di certi valori, e anche di certe parole. E anche, perchè no?, di certi rancori. Non sono tutti uguali i calciatori e non sono tutti uguali gli allenatori. Cosa direbbero gli juventini se Agnelli ingaggiasse Zeman?

E’ stato un brutto episodio, a tutto tondo. Perchè non solo Moratti ha pensato a Capello – che è già un obbrobrio -, ma anche perchè Capello gli ha detto sì. Dopo aver detto certe cose sull’Inter, uno poi la va ad allenare come se nulla fosse? Boh. Tornando all’esempio precedente: se Agnelli contattasse Zeman, non penso che Zeman gli direbbe sì. E invece Capello e Moratti, eccoli lì, pappa e ciccia. Uno che dice che la Juve ha 29 scudetti e l’altro, pirla, che se lo porta in casa.

Vorrei dimenticare in fretta tutto questo, ma sarà dura. Dopo che la mia società ha cercato di prendere scientemente Capello, dal prosieguo di questa storia – la ricerca dell’allenatore – mi aspetto tutto il peggio possibile.

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